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UNIONE EUROPEABandire il motore a combustione interna «non è una soluzione razionale»

14.07.21 - 17:45
L'Associazione europea dei produttori di automobili reagisce a uno dei punti chiave del pacchetto della Commissione Ue
Depositphotos (khongkitwiriyachan)
L'associazione dei produttori di automobili reagisce ai contenuti del pacchetto della Commissione europea.
L'associazione dei produttori di automobili reagisce ai contenuti del pacchetto della Commissione europea.
Bandire il motore a combustione interna «non è una soluzione razionale»
L'Associazione europea dei produttori di automobili reagisce a uno dei punti chiave del pacchetto della Commissione Ue

BRUXELLES - Tra i punti più importanti del pacchetto climatico approvato dall'Unione europea c'è senz'altro la messa al bando dal 2035 dei veicoli non a emissioni zero. Non si è fatta attendere la replica dell'Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA).

Il problema della rete di rifornimento e ricarica - Le case automobilistiche si impegnano a ridurre le emissioni a zero, si legge nel comunicato stampa dell'associazione, che ribadisce come tutti i membri sostengano l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 e stiano investendo miliardi di euro in tecnologie innovative e sostenibili. «Tuttavia, vietare una singola tecnologia non è una soluzione razionale in questa fase, soprattutto quando l'Europa sta ancora lottando per creare le giuste condizioni per i veicoli a propulsione alternativa». Il riferimento è in particolare a una rete di rifornimento e ricarica capillare sul territorio continentale, che è lungi dall'essere efficiente in questo momento.

Lo sottolinea Oliver Zipse, presidente di ACEA nonché CEO di BMW: «Obiettivi climatici ambiziosi richiedono un impegno vincolante da parte di tutte le parti coinvolte. La Commissione europea oggi ha chiarito molto chiaramente che il Green Deal può avere successo solo con obiettivi obbligatori per il potenziamento delle infrastrutture di ricarica e rifornimento in tutti gli Stati membri». Una vasta rete «sarà essenziale per caricare i milioni di veicoli elettrici che le case automobilistiche europee porteranno sul mercato nei prossimi anni».

Verso l'obiettivo 2030 - L'obiettivo della riduzione delle emissioni inquinanti del 55% entro il 2030 sarà molto impegnativo, afferma l'ACEA. L'impegno non dovrà essere preso solamente dai produttori: «Richiede certamente un corrispondente obiettivo vincolante per gli Stati membri per costruire le necessarie infrastrutture di ricarica e rifornimento». Inoltre, il nuovo obiettivo di CO2 accelererà in modo significativo la trasformazione strutturale della catena del valore automobilistica, «richiedendo un'attenta gestione per ridurre al minimo l'impatto sulla nostra economia e sui posti di lavoro». Prosegue Zipse: «L'attuale proposta per un taglio ancora maggiore delle emissioni di CO2 entro il 2030 richiede un ulteriore massiccio aumento della domanda di mercato per i veicoli elettrici in un breve lasso di tempo. Senza un significativo aumento degli sforzi da parte di tutte le parti interessate, inclusi gli Stati membri e tutti i settori coinvolti, l'obiettivo proposto è semplicemente non praticabile».

Tutte le varie tecnologie esistenti possono aiutare a raggiungere gli obiettivi posti dall'Ue. «Non è il motore a combustione interna a essere dannoso per l'ambiente, ma i combustibili fossili. Senza la disponibilità di carburanti rinnovabili, un obiettivo di riduzione del 100% nel 2035 è effettivamente un divieto del motore a combustione interna».

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