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ITALIA«La mafia è un cancro ma non è invincibile». E a Palermo è polemica

23.05.23 - 12:11
Il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella interviene per celebrare 31esimo anniversario della strage di Capaci.
KEYSTONE
«La mafia è un cancro ma non è invincibile». E a Palermo è polemica
Il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella interviene per celebrare 31esimo anniversario della strage di Capaci.

PALERMO - Il 23 maggio di 31 anni fa la mafia uccideva a Capaci, con 500 kg tritolo, Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta.

Oggi le parole del presidente della Repubblica Mattarella, che per mafia ha perso il fratello Piersanti, rimbalzano duramente da Roma fino a Palermo. «Magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno demolito la presunzione mafiosa di un ordine parallelo, svelando ciò che la mafia è nella realtà: un cancro per la comunità civile, una organizzazione di criminali per nulla invincibile, priva di qualunque onore e dignità», ha detto in un messaggio il Presidente per il 31esimo anniversario della strage.

Il pensiero va anche a Paolo Borsellino - Una ferita mai sanata che, oltre a porre fine alle vite di Giovanni Falcone e della moglie e magistrato Francesca Morvillo, causarono la morte degli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani. Tutti eroi in un Paese che si potrà definire finalmente libero da questa piaga solo quando non dovrà più contare sui suoi tanti e forse troppi eroi. Come l'indimenticato giudice Paolo Borsellino, ucciso solo poche settimane dopo l'amico fraterno Falcone (19 luglio 1992), in via D’Amelio a Palermo, insieme ai cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. 

Rivolgendosi alle vittime Matarella ha aggiunto che «a questi testimoni della legalità della Repubblica, allo strazio delle loro famiglie, al dolore di chi allora perse un amico, un maestro, un punto di riferimento, sono rivolti i primi pensieri nel giorno della memoria», sentenziando infine che «la mafia li ha uccisi  ma è sorta una mobilitazione delle coscienze, che ha attivato un forte senso di cittadinanza. Nelle istituzioni, nelle scuole, nella società civile, la lotta alle mafie e alla criminalità è divenuta condizione di civiltà, parte irrinunciabile di un’etica condivisa».

Polemica Morvillo-Falcone - Spazio per anche per le polemiche. Come quella tra Alfredo Morvillo - fratello di Francesca e quindi cognato di Giovanni Falcone - e Maria Falcone, sorella del giudice.  Su "Repubblica Palermo" infatti Morvillo si è chiesto polemicamente se «in questa città aver fatto accordi con la mafia viene ritenuto da tutti un fatto disdicevole?». Il tutto riferendosi all'esecutivo cittadino sostenuto - secondo Repubblica - da Marcello Dell’Utri e Salvatore Cuffaro, entrambi uomini politici condannati per fatti di mafia, aggiungendo poi che «troppo spesso i cittadini ricevono dall’alto segnali che invitano a convivere con ambienti in odore di mafia».

Frecciata dunque a Maria Falcone "rea" di aver siglato con il sindaco di Palermo Lagalla un accordo per realizzare un nuovo museo dell’antimafia. Non poteva quindi mancare la risposta piccata della Falcone giunta al quotidiano italiano a mezzo lettera. «È il tempo di andare avanti - scrive Maria Falcone - di perseverare nella ricerca della verità e al contempo smettere di usare l’antimafia per fare carriera, per fare passerella», aggiungendo poi che non è tempo di «criticare a priori, magari rianimati da una certa nostrana acida propensione alla presunzione» e scagliandosi infine contro chi «gioca a ping pong con la memoria».

Nell'ambito della celebrazione odierna, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi si è recato questa mattina alla stele commemorativa sulla A29 dove è morto Giovanni Falcone e ha deposto una corona di fiori in ricordo delle vittime. Spazio anche a un intervento della premier Giorgia Meloni in collegamento da Roma durante il Consiglio dei ministri dedicato all'alluvione dell'Emilia Romagna.

 

 

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