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DANIMARCAFrederiksen ancora premier

02.11.22 - 20:06
La maggioranza si è giocata all'ultimo seggio
keystone-sda.ch / STF (Sergei Grits)
Fonte Ats
Frederiksen ancora premier
La maggioranza si è giocata all'ultimo seggio

COPENAGHEN - La premier socialdemocratica danese in carica, Mette Frederiksen, continuerà a governare il Paese scandinavo dopo che il blocco di centrosinistra da lei guidato ha strappato una maggioranza di un solo seggio alle elezioni politiche di ieri: la sua coalizione ha conquistato 87 seggi nella Danimarca continentale, mentre altri tre sono giunti dai territori autonomi d'oltremare delle Isole Faroe e della Groenlandia, arrivando così alla fatidica soglia di 90 seggi in unParlamento che ne conta 179.

Dopo che sono stati pubblicati i risultati definitivi, Frederiksen si è recata dalla regina Margherita II di Danimarca per rassegnare le dimissioni, dando il via al processo di formazione del nuovo esecutivo. Che la stessa premier ha promesso si baserà su un'alleanza che vada oltre la sinistra, a suo avviso necessaria per fronteggiare le sfide dello scenario internazionale. In questa tornata, i socialdemocratici hanno ottenuto la miglior performance elettorale dal 2001 (27%, 2 seggi in più rispetto all'ultima legislatura).

«La socialdemocrazia ha avuto la sua migliore elezione da oltre 20 anni», ha detto Frederiksen durante una festa notturna nella capitale, Copenaghen. Ha aggiunto che sebbene la sua coalizione "rossa" sia risultata in testa, desidera parlare con centristi e moderati per tentare di crearne una più ampia. «Siamo un partito per l'intera Danimarca», ha detto.

I partiti di destra e centrodestra non sono andati oltre i 73 seggi, mentre 16 sono stati conquistati dal nuovo partito centrista dei Moderati, guidato dall'ex primo ministro Lars Lokke Rasmussen, che sperava di diventare l'ago della bilancia del nuovo governo. Frederiksen potrebbe tentare un accordo con lui, ma da una posizione di forza che le permetterà di rifiutare intese non soddisfacenti.

La premier, che ha raccolto consensi per la gestione della pandemia da Covid-19, ha visto l'esecutivo collassare a ottobre per la 'crisi dei visoni', nata nel novembre 2020 quando Copenaghen decise di eliminare oltre 15 milioni di questi animali da pelliccia per timore che fossero portatori di una nuova variante di coronavirus. La decisione - fu stabilito da un tribunale - era illegale e il Partito Social liberale che sosteneva il governo di minoranza di Frederiksen chiese il voto anticipato, senza il quale avrebbe fatto cadere l'esecutivo. È stato un azzardo che non ha pagato: i Social liberali hanno perso 9 dei 16 seggi che avevano e la leader Sofie Carsten Nielsen si è dimessa.

Uno dei temi che domineranno i colloqui sarà l'immigrazione, che è stata invece assente nella campagna elettorale: la premier, che su questo gode di ampio sostegno trasversale, è favorevole a una politica di "zero rifugiati" e alla creazione di un centro per richiedenti asilo in Ruanda, come intende fare il Regno Unito. Ma i Social liberali sono contrari a quest'ultimo e non si prevedono cedimenti sulla linea dura di Frederiksen: qualche fibrillazione non è da escludere.

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