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ITALIAIl centrodestra e la risoluzione Casini: Draghi e una maggioranza che non c'è più

20.07.22 - 18:28
Sono momenti di grande caos al Senato, le possibilità di elezioni anticipate a ottobre si fanno sempre più concrete.
IMAGO / ZUMA Press
Mario Draghi.
Mario Draghi.
Il centrodestra e la risoluzione Casini: Draghi e una maggioranza che non c'è più
Sono momenti di grande caos al Senato, le possibilità di elezioni anticipate a ottobre si fanno sempre più concrete.
Gli esponenti di Lega, Forza Italia e Movimento 5Stelle hanno abbandonato l'aula prima del voto. Senza di loro non c'è il «numero legale». Draghi li segue poco dopo. Diretto, forse, al Quirinale per dare le proprie dimissioni...

ROMA - Un voto di fiducia sulla risoluzione presentata da Pier Ferdinando Casini: «Il Senato, udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, le approva». Parole secche, senza possibilità di fraintendimento, che hanno messo i gruppi parlamentari davanti al bivio: sostenere Mario Draghi oppure no. «Non ho molto altro da dire e chiedo sia posta la fiducia sulla proposta presentata dal senatore Casini» ha dichiarato Draghi nella sua replica. Dopo la sospensione della seduta per decidere il da farsi, si è stabilito appunto che i senatori si sarebbero pronunciati solo sulla risoluzione Casini. 

Manca il numero legale - Conti alla mano, fatti dagli stessi protagonisti, restituiscono un quadro in cui Mario Draghi non ha più una maggioranza a sostenerlo. L'opposizione del centrodestra, insieme al no del Movimento 5 stelle, certificherebbe la crisi - aprendo di fatto lo scenario delle elezioni anticipate in autunno. Lega e Forza Italia hanno inoltre chiarito la loro non partecipazione al voto. Due defezioni che insieme a quella pentastellata (i tre gruppi hanno lasciato l'aula poco prima del voto) sanciscono di fatto la fine dei giochi. Senza di loro mancherebbe infatti il numero legale per validare la votazione.

Direzione Quirinale? - Messo di fronte alla realtà dei fatti - ovvero al voto negativo - Draghi ha abbandonato l'aula e molto probabilmente salirà al Quirinale per confermare le proprie dimissioni al presidente Sergio Mattarella. Che farà quest'ultimo? Gli osservatori prevedono che gli italiani saranno chiamati al voto anticipato, probabilmente già all'inizio di ottobre.

«È finita» - Una previsione che sembra trovare riscontro anche nei pressi di Montecitorio, dove già si parla di candidature e progetti in vista delle possibili (a questo punto probabili) elezioni. «È finita», è la frase che si sente risuonare tra i capannelli di deputati raccolti attorno alle televisioni che trasmettono la discussione al Senato.  «Abbiamo già pronti i candidati», dice un deputato campano mentre assiste all'intervento del senatore Ciriani, «ad Avellino e Benevento, hanno già fatto le squadre».

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