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REGNO UNITOJohnson: «Lascio a testa alta»

13.07.22 - 15:19
Il premier uscente ha risposto agli attacchi ironici dell'opposizione. È già partita la corsa per la successione.
Imago
Johnson: «Lascio a testa alta»
Il premier uscente ha risposto agli attacchi ironici dell'opposizione. È già partita la corsa per la successione.

LONDRA - «Lascio a testa alta». Sono le parole con cui il premier britannico Tory uscente, Boris Johnson, ha risposto oggi agli attacchi del leader dell'opposizione laburista Keir Starmer nel suo penultimo Question Time alla Camera dei Comuni.

Johnson ha rivendicato di lasciare un Paese in crescita, riferendosi al dato di oggi su un aumento mensile del Pil superiore alle attese (+0,5 per cento a maggio), e con oltre 600.000 occupati in più rispetto a prima della pandemia, nonché di aver portato a compimento la Brexit e di aver garantito all'Ucraina un sostegno senza pari fra gli alleati occidentali di fronte «all'aggressione della Russia di Vladimir Putin». E tutto questo - ha contrattaccato col piglio di sempre - di fronte a un leader dell'opposizione bollato come incerto e debole, «incapace di proporre un'idea o un piano».

Ironia e scandali - Il premier si è quindi detto convinto che i Tories si riuniranno dietro "chiunque" sarà indicato come nuovo leader dopo di lui e proseguiranno nel realizzare un programma per il Regno migliore di qualunque prospettiva possa offrire il Labour. Il leader del partito laburista Keir Starmer, da parte sua, ha ironizzato sugli scandali e sulle lotte intestine in casa Tory, denunciando la situazione economica come incerta.

Le provocazioni - E Starmer non ha mancato di rivolgere al rivale dimissionario una provocazione sulla necessità di abolire i privilegi fiscali di cui l'ex cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak, favorito nella corsa a futuro premier conservatore, è sospettato di aver goduto assieme alla consorte miliardaria indiana grazie allo status di "non dom" (Akshata Murty, signora Sunak, ha il suo domicilio legale fuori dal Regno).

Una provocazione che BoJo non ha peraltro raccolto, sorvolando su qualunque possibile riferimento - anche indiretto - alle accuse di tradimento rivolte nelle ultime ore a Sunak, al di fuori del Parlamento, da alcuni suoi.

Mentre al suo fianco spiccava la presenza della ministra degli Esteri uscente, Liz Truss, possibile rivale numero uno dell'ex cancelliere, seduta in aula alla sinistra di Johnson durante tutto il botta e risposta con espressione da sfinge.

La Brexit resiste - Chi spera che le dimissioni di Boris Johnson rappresentino «la fine della Brexit, si sbaglia» di grosso, ha anche detto oggi lo stesso premier britannico uscente, rispondendo a un giovane deputato della leva dei brexiteer nella maggioranza Tory che gli chiedeva rassicurazioni. Noi parlamentari conservatori «sapremo dimostrare come chi pensa questo si sbaglia», ha insistito BoJo.

Il successore - Nella corsa per ora a otto per la successione a leader Tory e futuro premier britannico, vi sono cinque convinti sostenitori storici del Leave al referendum di 6 anni fa; mentre i tre che votarono Remain per scelta o per lealtà verso l'allora premier David Cameron (Liz Truss, Jeremy Hunt e Tom Tungendhat) si dichiarano tutti convertiti alla necessità di escludere anche il minino ripensamento.

Con Truss, ministra degli Esteri uscente, che si proclama anzi da tempo "pentita" di non aver votato Leave e che gode oggi del sostegno di buona parte della destra Tory e di alcuni fra i brexiteer più oltranzisti della compagine governativa dimissionaria.

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