Cerca e trova immobili

REGNO UNITOAnche senza BoJo. Londra non volterà le spalle a Kiev

12.07.22 - 15:25
Indipendentemente da chi sarà il prossimo premier, difficilmente il Regno Unito interromperà il sostegno all'Ucraina
Getty
Anche senza BoJo. Londra non volterà le spalle a Kiev
Indipendentemente da chi sarà il prossimo premier, difficilmente il Regno Unito interromperà il sostegno all'Ucraina

LONDRA - Le dimissioni da leader del partito Conservatore del premier britannico Boris Johnson, costretto al passo indietro sotto la pressione dello scandalo Pincher, hanno instillato un immediato senso di inquietudine tra le alte sfere di Kiev. E non è un segreto. Quella paura di aver perso un amico fidato e, con esso, pure il massiccio supporto garantito dal Regno all’Ucraina dall’alba dell’invasione russa. Ma così - garanzie e motivazioni alla mano - non dovrebbe essere.

Iniziamo dalle certezze. A mitigare la «tristezza» espressa dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky ci sono per ora le parole dell’ambasciatore britannico presso la Nato - e già consulente di BoJo sulle questioni di politica internazionale -, David Quarrey, che assicura la continuità del «ruolo di primo piano» svolto finora dal governo di Sua Maestà a sostegno di Kiev. Interpellato oggi dal Financial Times, il diplomatico ha precisato di non potersi «ovviamente esprimere sulle decisioni che i ministri prenderanno in futuro, ma sembra che» in quel di Londra «ci sia un ampio sostegno per il ruolo che abbiamo svolto e che quindi continueremo a svolgere».

Qualche cifra per incorniciare al meglio l’entità di questo «ruolo». Alla fine di giugno, Londra ha licenziato un nuovo pacchetto per il sostegno militare dell’Ucraina portando il totale della sua assistenza alla causa di Kiev a quota 2.3 miliardi di sterline; pari a circa 2.68 miliardi di franchi. Nell’elenco delle forniture, tra le altre cose, c’erano missili a lungo raggio, sistemi per la difesa anti-aerea, droni, veicoli corazzati di vario tipo, equipaggiamento e munizioni.

«Non c’è niente che un inglese veda peggio della Russia»
Le parole di Quarrey suffragano alcune delle ipotesi già formulate nei giorni scorsi - quando i sismografi al 10 di Dowing Street non si erano ancora placati - da alcuni analisti. Tra queste voci c’è anche quella di Dario Fabbri, giornalista ed esperto di geopolitica italiano, che aveva anticipato come dopo Boris Johnson non sarebbe di fatto cambiato nulla tra Londra e Mosca. E non è questione di essere «innamorati dell’Ucraina», quanto piuttosto il fatto che oltre la Manica alberghi un forte sentimento anti-russo. «Non c’è niente che un inglese veda peggio della Russia. Da qualsiasi punto di vista», ha spiegato Fabbri al rotocalco televisivo della Rai “Linea Notte”. E non è una questione che dipende da chi impugna il timone dell’esecutivo. «Chi prenderà il posto di Boris Johnson, anche allargando il campo, difficilmente cambierà la politica estera inglese. È molto improbabile», sottolinea l’esperto.

«Chi sono i possibili successori» di BoJo? Liz Truss, ministra degli Esteri, ha la «stessa visione del mondo di Boris Johnson». Ben Wallace, ministro della Difesa, «forse anche più audace» dell’ex sindaco di Londra. E se si dovesse andare a elezioni anticipate e dovessero vincere i laburisti? In quel caso il nome sarebbe quello di Keir Starmer, «più filo-ucraino» di quanto non sia Johnson, che invece è maggiormente «anti-russo».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE