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UCRAINAI cieli ucraini resistono. Dove sono i jet di Mosca?

21.06.22 - 13:30
Nonostante una potenza seconda solo agli Stati Uniti, i russi non hanno ancora il controllo dello spazio aereo ucraino.
Imago
I cieli ucraini resistono. Dove sono i jet di Mosca?
Nonostante una potenza seconda solo agli Stati Uniti, i russi non hanno ancora il controllo dello spazio aereo ucraino.
Secondo le cifre del rapporto 2022 firmato dal World Directory of Modern Military Aircraft, il Cremlino ha nei propri hangar militari oltre 3'800 velivoli.

KIEV - In quasi quattro mesi di guerra, la seconda potenza aerea del pianeta - prendendo in considerazione le sole bandiere, perché quattro delle prime cinque posizione di questa particolare classifica sono occupate dai diversi rami militari degli Stati Uniti - non è riuscita a prendere il sopravvento nello spazio aereo ucraino.

Mosca durante la sua campagna è riuscita a sfregiare il vessillo dell'ex repubblica, a prendere in ostaggio la sua metà gialla. Ma non a reclamare quella blu. Che oltre al cielo, lo ricordiamo, simboleggia anche la pace. I servizi d'intelligence del Ministero della Difesa del Regno Unito lo hanno messo nero su bianco. «Le forze aeree russe hanno avuto un rendimento inferiore rispetto a quanto previsto. E il loro fallimento è probabilmente uno dei fattori più significativi» quando si deve spiegare il motivo per cui la campagna di Vladimir Putin in Ucraina non si è rivelata essere il successo che il Cremlino, con ogni probabilità, contava di raggiungere.

Dove sono i jet di Mosca?
Diamo un'occhiata alle cifre. Nell'ultima edizione del rapporto compilato ogni anno dal World Directory of Modern Military Aircraft (WDMMA), la Russia risulta avere nei propri hangar militari più di 3'800 velivoli. 3'829 per l'esattezza. Più di qualsiasi altro Paese al mondo, escludendo, ovviamente gli Stati Uniti (che nel complesso dei loro reparti oltrepassano l'inarrivabile, per chiunque altro, soglia delle 13'000 unità. Ma, tornando alla Russia, viene quindi da chiedersi. Dove sono tutti questi aerei?

L'intelligence britannica indica che, «nonostante un'impressionante disponibilità di velivoli da combattimento di moderna fabbricazione», le forze aeree russe «hanno quasi certamente fallito nello sviluppare una cultura istituzionale e le competenze necessarie per poter condurre una tipologia di campagna aerea moderna» che sia «più orientata sullo stile occidentale». «Un'aspirazione» che Mosca non è riuscita a trasformare in realtà e che, sempre citando Londra, ha fatto ricadere il peso ulteriore dello sforzo sulle truppe di terra, «sempre più esauste». E con i missili da crociera, che ne hanno coperto l'avanzata, che ormai iniziano a scarseggiare.

E se a terra i russi faticano ad avanzare, in cielo fino a questo momento sembrano confrontati con un muro di gomma; dove la "gomma" è costituita dall'efficace combinazione dei sistemi di difesa MANPAD - acronimo che sta per "man-portable air-defense systems", letteralmente "sistemi di difesa aerea portatili" - a corto raggio; dalle batterie S-200 ed S-300, in grado di ingaggiare bersagli aeree a quote più elevate, e soprattutto dall'opera di coordinamento dai servizi d'intelligence dei Paesi occidentali. Un collante, quest'ultimo, che sin dall'alba del conflitto in Ucraina ha consentito a Kiev di "vedere" e anticipare i movimenti dei russi, proteggendo una parte delle proprie infrastrutture difensive fondamentali. Che infatti, a quasi 4 mesi da quando i carri di Putin hanno posato i cingoli in terra ucraina, stanno ancora reggendo l'urto rendendo la vita difficile.

Ma l'incapacità di sfondare i cieli ucraini, come detto poco sopra, è figlia anche di un'impreparazione da parte delle stesse forze armate russe. La stessa che hanno mostrato anche "boots on the ground". «Per anni, buona parte degli addestramenti al combattimento aereo delle forze russe sono molto probabilmente stati eseguiti seguendo un copione», più «per fare colpo sugli alti ufficiali che non per sviluppare» le abilità delle pattuglie. E quegli oltre 200 jet e i quasi 180 elicotteri abbattuti che Kiev indica nel bollettino dei suoi "trofei" (al netto del possibile e probabile margine propagandistico) sembra darne conferma.

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