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STATI UNITIDopo l'assoluzione Trump esulta e preannuncia il suo ritorno sulla scena politica

14.02.21 - 09:54
Il leader dei Repubblicani al Senato McConnell ritiene però l'ex presidente «praticamente e moralmente responsabile»
keystone-sda.ch / STF (Carolyn Kaster)
Trump esulta dopo l'assoluzione al Senato: «È finita una caccia alle streghe».
Trump esulta dopo l'assoluzione al Senato: «È finita una caccia alle streghe».
Dopo l'assoluzione Trump esulta e preannuncia il suo ritorno sulla scena politica
Il leader dei Repubblicani al Senato McConnell ritiene però l'ex presidente «praticamente e moralmente responsabile»

WASHINGTON - «È finita una caccia alle streghe». Sono le prime parole pubbliche dell'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dopo che il Senato lo ha assolto nel secondo processo d'impeachment a suo carico.

«Il nostro meraviglioso movimento storico e patriottico per fare l'America di nuovo grande è solo all'inizio, nei prossimi mesi avrò molto da condividere con voi e non vedo l'ora di continuare il nostro incredibile viaggio insieme per conseguire la grandezza americana per tutti», ha promesso, ventilando già il suo ritorno sulla scena politica.

Il ruolo di McConnell - La sentenza a favore di Trump era ampiamente prevista, specialmente dopo che il potente leader dei Repubblicani al Senato Mitch McConnell aveva fatto trapelare in una mail ai colleghi di partito la sua intenzione di votare per l'assoluzione dell'ex presidente. McConnell, che aveva condannato pubblicamente Trump per aver istigato l'assalto al Congresso, ha sposato la tesi difensiva dell'incostituzionalità dell'impeachment contro un presidente già decaduto, ritenendo che si tratta «principalmente di uno strumento per la sua rimozione» e che il Senato non ha quindi giurisdizione.

Il leader repubblicano ha tuttavia sottolineato che «la Costituzione stabilisce chiaramente che i delitti di un presidente commessi nel corso del suo mandato possono essere perseguiti dopo che lascia la Casa Bianca», lasciando quindi una porta aperta alle inchieste in corso in varie procure. Un modo, questo, di rispondere al monito dei procuratori democratici, secondo cui ammettere che un presidente non possa essere giudicato dal Senato a fine incarico significherebbe che ha mani libere per qualsiasi delitto nelle ultime settimane del suo mandato.

Assolto di fatto, condannato moralmente - Dopo il voto, McConnell ha comunque voluto ribadire la sua condanna contro Trump definendolo «praticamente e moralmente responsabile» per l'attacco al Campidoglio. Ma alla fine ha preferito fare buon viso a cattiva sorte e abbracciare nuovamente l'ex presidente, come la maggioranza del Partito repubblicano, per tentare di riconquistare il Congresso già nelle elezioni di medio termine del prossimo anno.

L'agire di McConnell è stato duramente criticato dalla Speaker della Camera Nancy Pelosi. «È così patetico che il senatore McConnell abbia tenuto chiuso il Senato in modo che non potesse ricevere l'articolo d'impeachment (durante gli ultimi giorni di mandato, ndr) e l'abbia usato come scusa per non votare per condannare Donald Trump».

Repubblicani spaccati - La sentenza decide il destino, ora nuovamente incrociato, di Trump e del Grand Old Party: il primo, salvo sorprese sul fronte giudiziario, potrà ricandidarsi nel 2024 tenendo la presa sui Repubblicani, il secondo è destinato a restare un partito populista e sovranista, col rischio però di fratture interne.

La resa dei conti è stata aperta da una piccola fronda parlamentare e da pezzi da novanta come Nikki Haley, l'ex ambasciatrice Onu nominata da Trump e possibile candidata alla Casa Bianca nel 2024, che ha già scaricato l'ex presidente.

Nel frattempo la commissione esecutiva del partito della Louisiana ha votato una mozione di censura verso Bill Cassidy, uno dei sette senatori che hanno votato contro Trump. «Condanniamo nei termini più duri il suo voto. Fortunatamente menti più lucide hanno prevalso e Trump è stato assolto», ha reso noto la commissione. Cassidy aveva twittato di aver votato per la condanna «perché la nostra Costituzione e il nostro Paese sono più importanti di qualsiasi persona».

Le parole di Biden - Le accuse contro Trump «non sono in discussione» e l'attacco dimostra che «la democrazia è fragile». Lo ha detto il presidente Joe Biden dopo il voto al Senato.

«Anche se il voto finale non ha portato a una condanna - ha aggiunto - la sostanza dell'accusa non è in discussione». «Questo triste capitolo della nostra storia ci ha ricordato che la democrazia è fragile. Che deve essere sempre difesa. Che dobbiamo essere sempre vigili», ha dichiarato Biden.

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