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ITALIASi va verso il Conte ter?

31.01.21 - 20:40
Domani mattina Roberto Fico convocherà un tavolo tecnico composto dai rappresentanti dei gruppi consultati.
Keystone
Fonte Marcello Campo, Ansa
Si va verso il Conte ter?
Domani mattina Roberto Fico convocherà un tavolo tecnico composto dai rappresentanti dei gruppi consultati.
C'è moderato ottimismo verso un terzo incarico di Giuseppe Conte. Anche se per ora Matteo Renzi non sembra intenzionato a dare il via libera.

ROMA - Parte a Montecitorio il cantiere sul programma, tappa necessaria lungo la strada per arrivare al Conte ter. Domani mattina Roberto Fico convoca un tavolo tecnico composto dai rappresentanti dei gruppi che ha consultato negli ultimi giorni. Saranno circa una ventina di persone (i capigruppo più un eventuale tecnico) riunite nella sala della Lupa di Montecitorio.

Ma resta un clima d'incertezza, a partire dalle scelte di Matteo Renzi che non ha ancora dato il via libera all'indicazione di Giuseppe Conte come futuro presidente incaricato. E, a quanto s'apprende, nemmeno domani intende fare nomi.

A ogni modo, qualcosa si muove. Così al termine del primo giro delle sue consultazioni, il Presidente della Camera Fico può annunciare davanti alle telecamere che «dagli incontri con le forze politiche è emersa la disponibilità comune a procedere su un confronto sui temi e punti programmatici per raggiungere una sintesi». Parole, insomma, di moderato ottimismo verso una possibile soluzione verso l'incarico a Giuseppe Conte. Si tratterà quindi di una riunione allargata: il format prevede infatti i due capigruppo di ogni partito e la possibilità di farsi affiancare da un tecnico.

Intanto, come previsto, anche gli altri gruppi "consultati", Maie, autonomisti e europeisti, confermano la loro indicazione a favore di Conte. Ma la tensione attorno alla crisi resta alta. In mattinata, da registrare una serie di smentite a raffica da parte di Fico, del Colle e Palazzo Chigi contro altrettante indiscrezioni giornalistiche. In particolare il Quirinale, definisce «destituita di ogni fondamento la notizia, apparsa oggi su alcuni giornali, che il presidente Mattarella abbia contattato, da quando si è aperta la crisi di governo, il presidente Mario Draghi».

Un dato che rivela senza dubbio un clima di grande tensione e incertezza. E in effetti le incognite e i nodi su cui si attorciglia questa crisi restano tanti: basti pensare che sull'indicazione del nome del premier, sono d'accordo tutti tranne che Matteo Renzi. Stessa incertezza sulla stesura del programma. Su questo punto, si apre un dibattito, non solo nel merito, ma anche nel metodo.

Bruno Tabacci, Presidente di Centro democratico, ha le idee chiarissime sui limiti di una trattativa portata avanti da Fico: «Il programma-patto di legislatura dovrà essere definito con Conte quando sarà incaricato. Ma poiché sappiamo scrivere, abbiamo offerto oggi 5 punti, per dire che non possiamo giocare al fatto che in fase esplorativa facciamo un programma e poi decidiamo chi lo realizza». Secondo questa linea, nelle prossime ore il compito di Fico è solo quello di raccogliere le richieste dei singoli partiti, farne una sintesi, magari sminando le questioni più divisive, in modo da istruire, già nel tavolo di domani, un lavoro preparatorio utile al premier incaricato.

Intanto il centrodestra insiste nel giudicare ogni ipotesi di Conte ter una soluzione inadeguata a risolvere i problemi del Paese. Secondo Licia Ronzulli (Fi), non è possibile riproporre «una maggioranza che ha già fallito». Anche l'ipotesi di ripartire da un contratto scritto viene bocciata dall'azzurro Giorgio Mulè: «Pensare di rilanciare l'economia e il piano vaccinale di un Paese in ginocchio con l'ennesimo patto scritto sull'acqua che omette il Mes e rinsalda l'ego di alcuni - osserva - è semplicemente pericoloso».

Sul dopo, intanto, si confermano le divisioni tra chi, come Silvio Berlusconi, auspica un governo di «alto profilo» e chi, come Giorgia Meloni, insiste sulle urne. Matteo Salvini, che ieri ha fatto visita a Denis Verdini, per un giorno sembra abbandonare l'idea di un esecutivo a guida centrodestra per spingere anche lui a favore del voto anticipato: «Decreti urgenti su ospedali e vaccini, su riapertura scuole e difesa del lavoro, sui rimborsi alle imprese e sull'utilizzo dei fondi europei, e poi subito al voto! Senza perdere più tempo. Basta - conclude il leader leghista - con questo squallido e vergognoso teatrino».

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COMMENTI
 

volabas56 3 anni fa su tio
L'unica cosa che potrebbe far reagire gli amici Italici sarebbe : toglierli il grande fratello, il calcio, amici, l'isola dei famosi e Sanremo. Quasi impossibile cambiare un andazzo che va avanti dalla fine della guerra. Uomini onesti e capaci di cambiare, ce ne sono stati, ma prontamente tolti di mezzo; quindi il circo continua.
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