«Il momento più brutto è arrivato quando le probabilità di intubarmi erano 50-50» ha dichiarato in un'intervista
LONDRA - «Mi hanno dato una maschera per il viso e ho ricevuto litri e litri di ossigeno. È stato un momento difficile, non lo nego».
Il premier britannico Boris Johnson, scampato al coronavirus che l'ha costretto al ricovero in terapia intensiva, ripercorre in un'intervista al Sun i momenti più complicati della sua malattia: «Ero consapevole - dice - che c'erano piani di emergenza in atto. I medici avevano tutti i tipi di accordi su cosa fare se le cose fossero andate male».
La piena consapevolezza della sua situazione, spiega, è arrivata quando è stato collegato ai monitor e trasferito in terapia intensiva. «Era difficile credere che in pochi giorni la mia salute si fosse deteriorata a tal punto. Ricordo di essermi sentito frustrato. Non riuscivo a capire perché non stavo migliorando. Ma il momento brutto è arrivato quando le probabilità erano 50-50 se mettermi un tubo nella trachea».
Ora, dice Johnson, «sono guidato da un desiderio travolgente di rimettere in piedi il nostro paese, di nuovo in salute, e sono molto fiducioso che ci riusciremo».