Boris Johnson chiede al Parlamento di approvare l'accordo da lui raggiunto con l'Ue e avverte la Camera dei Comuni che «ora è arrivato il tempo» di decidere
LONDRA - Seduta straordinaria oggi del Parlamento britannico, riunito di sabato come in passato solo in tempo di guerra per votare - che si prevede testa a testa - sull'accordo sul divorzio dall'Ue raggiunto in extremis dal premier conservatore Boris Johnson con Bruxelles.
Sì ufficiale - Il premier britannico Boris Johonson si è assicurato il sostegno ufficiale all'accordo dalla corrente degli euroscettici ultrà del suo Partito Conservatore, il cosiddetto European Research Group, o Erg. L'annuncio è arrivato stamattina da parte di Steve Baker, l'ex viceministro che guida questo raggruppamento, a cui aderiscono diverse decine di deputati Tory. L'ostruzionismo dell'Erg era stato uno dei fattori che avevano portato nei mesi scorsi alla bocciatura del precedente deal sulla Brexit, presentato dall'allora premier Theresa May. Il via libera di oggi tiene invece vive le speranze di Johnson, anche se da solo potrebbe non essere sufficiente per garantirgli la vittoria finale.
«È ora di decidere» - Boris Johnson chiede al Parlamento di approvare l'accordo e avverte la Camera dei Comuni che «ora è arrivato il tempo» di decidere. Aprendo oggi il dibattito straordinario sul deal alla Camera dei Comuni, il primo ministro conservatore ha ricordato come l'aula non sia stata «in grado di trovare» una soluzione per oltre tre anni dopo il referendum del 2016. Johnson ha difeso il suo deal come «un nuovo accordo» che va ratificato per «riunire il Paese». Johnson ha rivendicato i meriti dell'accordo sulla Brexit, indicato come «un nuovo modo per andare avanti». Accordo, ha detto, che «rimuove il backstop», «ci ridà il controllo» e che in particolare garantisce sia l'intesa di pace irlandese del Venerdì Santo sia il legame fra l'Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito.
Il premier Tory ha notato inoltre come esso rispetti il referendum del 2016 e i sentimenti dei britannici: storicamente «scettici sull'Ue», ma desiderosi di mantenere i legami con l'Europa.
Il "no" di Corbyn - «Questo governo non può essere creduto e noi non ci faremo ingannare». Così il leader dell'opposizione laburista britannica Jeremy Corbyn rispondendo ai Comuni nel dibattito. Accordo che Corbyn ha denunciato come dannoso «per l'economia» del Paese, per «i diritti dei lavoratori e per l'ambiente», invitando il Parlamento a respingerlo. E avanzando il sospetto che non garantisca neppure con sicurezza di scongiurare in ultimo un possibile no deal.