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REGNO UNITOJohnson snobba il dibattito tv ma il sostegno continua a crescere

17.06.19 - 12:01
Anche se tacciato in diretta di avere «paura del confronto pubblico» il ministro pro-Brexit ha incassato nuovi importanti endorsement
Keystone
Johnson snobba il dibattito tv ma il sostegno continua a crescere
Anche se tacciato in diretta di avere «paura del confronto pubblico» il ministro pro-Brexit ha incassato nuovi importanti endorsement

LONDRA - Continuano a crescere i consensi per Boris Johnson nella corsa per la successione al Theresa May come leader Tory e prossimo primo ministro britannico, malgrado le critiche ricevute da cinque rivali rimasti in pista per aver dato forfait ieri sera a un primo dibattito tv con loro su Channel 4.

L'ex ministro degli Esteri brexiteer ha infatti incassato nelle stesse ore il sostegno di due dei tre altri candidati ammessi inizialmente alla gara, ma poi ritiratisi dopo la prima delle votazioni in seno al gruppo parlamentare: dapprima quello dell'ex ministra ed ex anchorwoman Esther McVey, euroscettica super oltranzista. Poi, sul Times, anche quello del moderato Matt Hancock, attuale titolare 40enne della Sanità.

Hancock, pur contrario a una Brexit no deal a differenza di Johnson, ha indicato quest'ultimo - alla vigilia della seconda votazione preliminare di domani - come la persona «migliore per unire il Partito Conservatore», oltre che come il vincitore ormai certo. E ha detto d'aver «fiducia in lui» sulla base dei risultati ottenuti nei suoi 8 anni come sindaco di Londra.

I cinque sfidanti tuttora in corsa (Jeremy Hunt, Michael Gove, Dominic Raab, Sajid Javid e Rory Stewart, in ordine di voti ottenuti) nel dibattito di ieri non hanno del resto convinto, stando alla maggioranza dei media.

Dagli schermi di Channel 4 hanno fatto fronte comune nel prendere di mira «l'amico Boris» per la sua assenza, accusandolo di aver paura del confronto pubblico. Tuttavia non sono stati in grado secondo il Times di offrire una visione della Brexit coerente alternativa a quella di Johnson.

Quattro su cinque di fatto ne hanno sposato la tesi in base alla quale il Regno deve uscire dall'Ue il 31 ottobre: incluso l'avversario più attendibile - il titolare del Foreign Office in carica, Jeremy Hunt - che, seppur con maggiore cautela rispetto al favorito, ha detto infine di ritenere inevitabile un divorzio senza intesa se entro quella data non vi sarà un accordo con Bruxelles a portata di mano.

Mentre Stewart è rimasto solo a dichiararsi categoricamente «contrario al no deal» e a denunciare come un'illusione la possibilità di riaprire il negoziato con i 27 - in polemica in particolare col falco brexiteer Raab - ma come soluzione non ha proposto altro se non l'impegno a cercare di riesumare l'accordo raggiunto a novembre dalla May, pluribocciato a Westminster.

Il Times, dando i voti, ha concesso comunque un 8 allo stesso Stewart e a Gove, un 7 a Hunt e a Raab, mentre ha indicato Javid come il peggiore del lotto, con uno stentato 6. Ma di fatto ha decretato vincitore l'assente Johnson, atteso invece domani sera a un dibattito della Bbc dopo la votazione che ridurrà al massimo a 2 o 3 i rivali. E sopratutto il laburista, Jeremy Corbyn, il cui obiettivo - le elezioni politiche anticipate - potrebbe avvicinarsi dinanzi "alle pecche e alle contraddizioni" delle ricette sulla Brexit di tutti i pretendenti Tory.

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COMMENTI
 

seo56 4 anni fa su tio
Grande!!

pontsort 4 anni fa su tio
C'è chi snobba i dibattiti e chi l'italiano
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