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REGNO UNITO«Attuare» la Brexit o sarà «catastrofico»

14.01.19 - 11:59
Theresa May alza ancora i toni alla vigilia del voto dei Comuni sulla ratifica del suo accordo di divorzio con Bruxelles
Keystone / EPA
«Attuare» la Brexit o sarà «catastrofico»
Theresa May alza ancora i toni alla vigilia del voto dei Comuni sulla ratifica del suo accordo di divorzio con Bruxelles

LONDRA - «Abbiamo il dovere di attuare» la Brexit o sarà «catastrofico» per la democrazia. La premier britannica Theresa May alza ancora i toni alla vigilia del voto dei Comuni sulla ratifica del suo accordo di divorzio con Bruxelles. «Cosa diremmo se avesse vinto Remain e il parlamento cercasse di portare fuori il Regno Unito dall'Ue?», si domanda la premier Tory in un discorso a Stoke-on-Trent, roccaforte pro-Leave al referendum del 2016. «La fiducia del popolo nel processo democratico e nei politici subirebbe un danno catastrofico».

May è attesa alla Camera dei Comuni per un ultimo intervento anticipato a oggi pomeriggio. E si tiene in tasca per l'ultimo appello di fronte ai deputati l'annuncio di una qualche rassicurazione ulteriore che - secondo la Bbc - ritiene di aver ricevuto a Bruxelles sulla transitorietà del cosiddetto backstop: il meccanismo di garanzia sul confine aperto fra Irlanda e Irlanda del Nord contestato da molti nella sua maggioranza, dove al momento il suo accordo rischia di essere travolto in base a diverse stime mediatiche dal no anche di un centinaio di deputati conservatori, oltre che dei dieci alleati unionisti nordirlandesi del Partito unionista democratico (Dup).

Di qui l'allarme della premier e il tentativo di coinvolgere l'opinione pubblica con il discorso oggi nelle fabbrica di Stoke-on-Trent, dopo l'articolo dai contenuti analoghi scritto ieri per il Sunday Express. Allarme che si traduce in un atto di accusa contro quei deputati che - dice May - mirano «a rinviare o persino a bloccare la Brexit». «Tutti abbiamo il dovere di attuare il risultato del referendum», sostiene invece la premier, avvertendo che in caso di bocciatura del suo accordo il rischio di una "no Brexit" diventerebbe più immediato di quello di un "no deal", un traumatico divorzio senza accordo.

La replica di Johnson - L'ex titolare del Foreign Office Boris Johnson non cede all'ultimatum di May e non crede che la probabile bocciatura domani dell'accordo sull'uscita dall'Ue raggiunto con Bruxelles possa permettere al parlamento di far saltare la Brexit in quanto tale. «L'idea di una no Brexit come conseguenza di un voto negativo domani è un'assurdità: la Gran Bretagna uscirà dall'Ue a fine marzo, fine del discorso», taglia corto in un'intervista radiofonica a Lbc.

L'ex ministro degli esteri, che si oppone all'accordo di May da posizioni brexiteer ultrà, si dice convinto del resto che fermare la Brexit attraverso manovre parlamentari sarebbe «giocare con il fuoco». Verrebbe visto da coloro che fecero vincere Leave al referendum del 2016 come «una grande cospirazione del Deep State» contro la volontà popolare: e «il popolo si sentirebbe tradito».

Lettera europea - In una lettera alla premier britannica Theresa May i presidenti di Commissione e Consiglio europei Jean-Claude Juncker e Donald Tusk offrono maggiori rassicurazioni sul "backstop" (il meccanismo di garanzia sul confine aperto fra Irlanda e Irlanda del Nord) per le frontiere irlandesi chiarendo che le conclusioni del Consiglio europeo hanno valore legale.

Nella lettera di quattro pagine inviata in vista del voto di domani al parlamento inglese specificano alcuni elementi contenuti nell'accordo tra Ue e GB per la Brexit, senza tuttavia modificarlo.

Il contestato meccanismo del backstop entrerà in vigore «solo se strettamente necessario» e comunque sarà «temporaneo», si legge nella lettera. Il testo evoca un valore legale negli impegni di Bruxelles, ma non un diritto di Londra a recedere autonomamente dal backstop.

Nella lettera, diffusa da Downing Street e già consegnata ai deputati in attesa dell'intervento della premier alla Camera dei Comuni fissato per le 15.30 di oggi pomeriggio (le 16.30 in Svizzera), Tusk sottolinea peraltro come Bruxelles non possa concordare su nulla che «modifichi o sia difforme dall'Accordo di Recesso» del Regno Unito dall'Ue raggiunto dalle parti a novembre.

Un'apertura viene invece ribadita nel testo sulla disponibilità dei 27 a estendere il periodo di transizione post Brexit fissato al momento fino al 31 dicembre del 2020. Ma su questo il governo di Londra non ha ancora avanzato alcuna richiesta.

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