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TERREMOTO IN TURCHIA E SIRIASfuggiti al sisma, in agguato c'è il gelo

09.02.23 - 15:50
Tra i superstiti c'è chi cerca riparo in una tenda e chi prova a scaldarsi attorno a un falò. Ma il freddo ostacola anche i soccorsi
Reuters
Sfuggiti al sisma, in agguato c'è il gelo
Tra i superstiti c'è chi cerca riparo in una tenda e chi prova a scaldarsi attorno a un falò. Ma il freddo ostacola anche i soccorsi

ANTAKYA - «Quelli che non sono morti sotto le macerie, moriranno a causa del freddo». Il disastroso terremoto che lunedì ha colpito Turchia e Siria è il perfetto esempio di quella che può essere definita una tempesta perfetta. Al conto della catastrofe - che finora conta più di 19mila morti e oltre 65mila feriti - vanno infatti sommate pure le difficili condizioni meteorologiche.

Le parole riportate poco sopra le ha pronunciate Ahmet Tokgoz, un sopravvissuto alla catastrofe della città di Antakya. Parlando all'Associated Press ha rivolto un appello al governo di Ankara, chiedendo di evacuare i numerosi sopravvissuti che, rimasti ora senza un tetto, sono costretti a cercare riparo dal freddo. C'è chi ha con sé una tenda. Chi ha trovato rifugio negli stadi. O in altri strutture. E poi chi è costretto a stare fuori.

«Non si può vivere qua, specialmente con questo freddo», ha raccontato. «La gente tenta di scaldarsi attorno ai falò. Ma ci si riesce fino a un certo punto». Insomma, una duplice corsa contro il tempo, che ormai si riduce di pari passo con la speranza di poter ritrovare altri superstiti sotto le rovine. Perché è anche quello stesso freddo, con la complicità dei danni che hanno colpito le strade, a ostacolare lo svolgimento delle operazioni di soccorso e di evacuazione in alcune delle regioni colpite.

Le stesse criticità si riscontrano anche a Malatya, nell'Anatolia Orientale. Uno dei soccorritori impegnati sul posto ha spiegato, sempre all'AP, che alcune delle persone estratte dalle macerie erano certamente morte a causa del freddo. Le temperature sono infatti piombate a diversi gradi sotto lo zero. Al punto che anche chi lavora «necessita dell'intervento delle macchine» perché «a causa del freddo, con le mani non si riesce a sollevare nulla». E l'orizzonte appare scuro. «In questo momento a Malatya non è rimasta nessuna speranza».

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