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GIORNO DELLA MEMORIALe vittime LGBTQ dell'Olocausto

27.01.23 - 10:30
MIgliaia di persone furono accusate come "colpevoli" di omosessualità, ha ricordato la presidente Berbel Bas
Imago
Le vittime LGBTQ dell'Olocausto
MIgliaia di persone furono accusate come "colpevoli" di omosessualità, ha ricordato la presidente Berbel Bas

BERLINO - La giornata della memoria non è soltanto quella che ricorda la persecuzione degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Furono molte le categorie che il regime nazista prese di mira. Comunisti, oppositori politici, zingari, persone con handicap fisico, e ovviamente gli omosessuali. Oggi il Bundestag tedesco ha commemorato le vittime dell'Olocausto sotto il regime del nazionalsocialismo, con un ricordo speciale per le vittime LGBTQ. In Parlamento erano presenti fra gli altri il presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier, il cancelliere Olaf Scholz.

Migliaia di persone furono accusate come "colpevoli" di omosessualità, tantissimi furono sottoposti a procedure di sterilizzazione forzata e spinti al suicidio, ha ricordato la presidente del Bundestag Berbel Bas, aprendo la seduta speciale.

Neppure le donne lesbiche furono risparmiate, ha aggiunto, salutando Rozette Katz, presente in aula, in memoria di tante vittime di discriminazioni subite a causa dell'orientamento sessuale.

Gli anni di maggiore intensità della persecuzione dei gay furono quelle tra il 1937 e il 1939. Qualche segnale c'era già stato prima quando il regime nazista fece chiudere a Berlino l'Eldorado, noto night club frequentato da una clientela omosessuale, e a far cessare la pubblicazione di una rivista come "Die Freundschaft" (L’Amicizia). Provvedimenti che spinsero i gay tedeschi a rifugiarsi nella clandestinità. Il primo orrore arrivò nel 1934 quando la Gestapo (la polizia segreta di Stato) diede istruzioni alla polizia locale affinché creasse una lista di tutti gli uomini che intrattenevano relazioni omosessuali.

L'anno successivo ci fu poi la famosa modifica del Paragrafo 175 per poter fornire una base giuridica alla crescente persecuzione ai danni degli omosessuali. La situazione era diventata così tesa che bastava anche solo aver pensato di poter avere un rapporto gay per venire incriminati. Bisognava fare piazza pulita di coloro che per il regime erano persone deboli ed effemminati, incapaci di combattere per la nazione tedesca. A partire dal 1937 la polizia aumentò sempre di più le retate nei luoghi di ritrovo degli omosessuali. Vennero arruolati agenti sotto copertura col compito di identificare e arrestare chiunque venisse sospettato di essere omosessuale. L'anno successivo venne emanata una direttiva con cui si autorizzava la deportazione degli omosessuali nei campi di concentramento. Si stima - stando all'United States Holocaust Memorial Museum -  che tra il 1933 e il 1945, la polizia arrestò 100.000 uomini accusati di essere omosessuali. La maggior parte dei 50.000 che vennero condannati dai tribunali scontarono la pena nelle prigioni ordinarie, mentre tra i 5.000 e i 15.000 circa furono mandati nei campi di concentramento.

 

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