Cerca e trova immobili

MAFIA«La certezza solo questa mattina. Il volto era quello che ci aspettavamo»

16.01.23 - 18:01
I Carabinieri e la Procura di Palermo sull'arresto di Messina Denaro: «Il suo rimane un ruolo di garanzia negli affari di Cosa Nostra»
AFP / Reuters
«La certezza solo questa mattina. Il volto era quello che ci aspettavamo»
I Carabinieri e la Procura di Palermo sull'arresto di Messina Denaro: «Il suo rimane un ruolo di garanzia negli affari di Cosa Nostra»

PALERMO - «Il giorno preciso in cui è stato individuato è oggi. Noi, dagli elementi acquisiti, avevamo indicazioni che una persona» che rispondeva al nome di Andrea Bonafede, «doveva sottoporsi a degli accertamenti. Ma l'accostamento della persona al latitante è un accostamento che, in ipotesi, è stato fatto nei giorni passati. Ma, concretamente, solo oggi abbiamo avuto il riscontro».

La cornice dell'arresto di Matteo Messina Denaro è stata tracciata così, durante la conferenza stampa dal Comando Legione di Palermo, dal generale dei Carabinieri Pasquale Angelosanto, che ha confermato l'importanza del dispositivo messo in campo. Un «dispositivo molto articolato» con «almeno due livelli di cinturazione, uno operativo e uno di sicurezza» mentre «la punta è stata incaricata di entrare nella struttura» sanitaria.

«Il volto era quello che ci aspettavamo»
«È stata un'attività molto complessa. Che si è basata solo sugli esiti delle indagini che sono state svolte dal ROS con altri reparti dell'Arma». Così il colonnello Lucio Arcidiacono. «L'intervento di oggi si è sviluppato su più fasi. Abbiamo avuto contezza del fatto che il latitante era arrivato nella struttura sanitaria». L'operazione è scattata «in una delle vie» che costeggiano la clinica palermitana. «Il latitante è stato individuato e bloccato assieme al suo complice. Non ha opposto alcuna resistenza e si è subito dichiarato» come Matteo Messina Denaro. «E posso aggiungere che, guardandolo, c'era ben poco da verificare. Perché il volto era quello che ci aspettavamo di trovare». Non c'è stato alcun tentativo di fuga.

Una «forte accelerazione nelle ultime settimane. Da qualche giorno avevamo individuato la possibilità di un soggetto che aveva prenotato una visita specialistica di oggi. Ma la certezza l'abbiamo avuta solo questa mattina», ha ribadito il procuratore della Repubblica di Palermo, Maurizio De Lucia. E sul complice ha confermato che era di provenienza «trapanese», ma senza approfondire oltre. Perché gli accertamenti sono ancora in corso.

Il documento falso
L'aspetto sanitario è stato determinante. «Certamente, non abbiamo trovato un uomo distrutto, ma un uomo in apparente buona salute. Assolutamente ben curato e in linea con quello che è un uomo di 60 anni in buone condizioni economiche» e «indossava beni di lusso», ha spiegato Paolo Guido, l'aggiunto della Procura di Palermo. Mentre il procuratore De Lucia, ha sottolineato che «allo stato non abbiamo elementi che ci inducano a pensare al coinvolgimento di elementi della clinica». Cita quindi il documento d'identità falso utilizzati dal boss trapanese.

«Quel documento era nelle mani del latitante con la foto del latitante», viene spiegato. «E a un primo controllo non si rilevano falsificazioni grossolane. Sembra un documento autentico e su questo dovremo attendere gli accertamenti, tecnico-scientifici, per capire se si tratta di un documento falsificato o di un documento diverso».

Il ruolo di Messina Denaro oggi
«La leadership di Cosa Nostra non è mai stata patrimonio» di un'unica persona, ha sottolineato De Lucia. Quello di Messina Denaro «rimane un ruolo di garanzia nel trattare gli affari» criminali, anche all'esterno dell'organizzazione mafiosa e, quindi, con altre organizzazioni criminali.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Gianca_Zurzi 1 anno fa su tio
lo vogliamo al WEF

navy 1 anno fa su tio
Che bella notizia! Sti ignorantoni pieni delle loro convinzioni sono, oltre che dei gravissimi criminali, spesso, dei maschilisti della peggiore specie. Uomini con intelligenza da nocciolina supportati da altri ignoranti e, ricordiamolo sempre, da un’omertà italica VERGOGNOSA!

mali 1 anno fa su tio
Risposta a navy
che in italiano vuol dire...?

Swissabroad 1 anno fa su tio
Risposta a navy
Concettualmente cosa avresti voluto dire ? Capito zero...

Gigetto 1970 1 anno fa su tio
Risposta a navy
:-):-):-):-):-):-):-):-):-):-):-) fa il professore e mnon su e capito un c.... di cosa voleva dire. :-):-):-):-):-):-):-):-):-):-):-)

Gigetto 1970 1 anno fa su tio
Risposta a navy
Ops. Ho fatto un paio di errori di ortografia. Ma voi l'avete capito vero? È perché ridevo troppo. :-):-)

bobifurgo 1 anno fa su tio
È impensabile immaginare che gente come lui o Rina, hanno vissuto la propria latitanza a casa propria circondati da un cordone di sicurezza mafioso e sicuramente “coperto o approvato da certi servizi deviati : polizia, carabinieri, servizi segreti ecc.” Se dovesse decidere di parlare salta mezza Italia : quella del passato, presente e futuro. È l’ ultimo padrino del periodo stragista di Cosa Nostra. Qualora decidesse di parlare si arriverebbe ad un accordo e verrebbe inserito in un piano di protezione testimoni. La storia ci insegna però che ciò non succederà……almeno credo. Sicuramente morirà in carcere, molto presto perché a questo punto chi ha interesse a tenerlo vivo. Le autorità ora si gonfieranno il petto come dei pavoni. Andranno in TV e ognuno dirà la sua poi a bocce ferme leggeremo un trafiletto che il “nostro” o “mostro” è passato a miglior vita. In seguito il regista cinematografico in auge a quel momento ne farà una pellicola per Netflix. A tra l’ altro non se avete notato ma è stato trasferito sul VW con vetri oscurati naturalmente ma senza le manette. L’ avessero preso in Germania o in Francia lo trascinavano fuori dalla clinica per i capelli e a suon di botte. Povera Italia dove sei andata a finire…..

Gigetto 1970 1 anno fa su tio
Risposta a bobifurgo
Non so se hai letto bene l'articolo, ma c'era un doppio cordone di sicurezza con carabinieri specializzati della digos. Le manette erano inutile. Poi...... Qualcuno gli ha anche chiesto se era tutto apposto. Perforza, con la stampa di mezzo mondo hanno duvuto fare la parte dei bravi Samaritani.

Vinnie 1 anno fa su tio
Credo che il carcere lo farà parlare. Lui non era dell'epoca di Riina o Provenzano. Non era uno da pane e cicoria nonostante avessero i milioni. Era uno a cui piaceva il lusso e lo ostentava pure. Prevedo che farà un accordo con lo stato, dovendo vuotare un po' il sacco, così magari gli evitano il 41bis. Oppure se non sta attento gli fanno pure la pelle perché sa troppe cose ed l'ultimo e forse l'unico a detenere ancora i segreti di Totò Riina. Di certo con il 41bis avrebbe la vita assicurata. Ma che vita sarà non lo so. Però per lo meno un po' di giustizia è fatta. Anche solo fargli sentire che non uscirà più è un dolore pazzesco, soprattutto per uno come lui che non ha mai fatto un giorno di carcere.

tormar 1 anno fa su tio
Si sì come no. Hanno deciso che dovevano prenderlo e l’hanno preso

Suissefarmer 1 anno fa su tio
Risposta a tormar
bravo, il fratello di borsellino conferma la tua tesi. un conoscente di Messina denaro a novembre avrebbe predetto il futuro con l'entrata del nuovo governo.
NOTIZIE PIÙ LETTE