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BRASILEI deputati dem chiedono a Biden la revoca del visto a Bolsonaro

13.01.23 - 19:00
Si apprende intanto che l'ex presidente intendeva instaurare lo «stato di difesa» per «invertire il risultato delle elezioni presidenziali»
afp
L'ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro nel suo letto d'ospedale a Kissimmee, in Florida, il 9 gennaio 2023
L'ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro nel suo letto d'ospedale a Kissimmee, in Florida, il 9 gennaio 2023
Fonte ats
I deputati dem chiedono a Biden la revoca del visto a Bolsonaro
Si apprende intanto che l'ex presidente intendeva instaurare lo «stato di difesa» per «invertire il risultato delle elezioni presidenziali»

RIO DE JANEIRO - Un gruppo di 46 deputati democratici americani ha inviato una lettera al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, chiedendo la revoca del visto utilizzato dall'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro per entrare nel Paese: la notizia, pubblicata dal Washington Post, è ripresa sui principali media brasiliani.

La "vacanza" in Florida - Bolsonaro sarebbe entrato in Florida (dove è in vacanza dallo scorso 30 dicembre) con un visto A-1, destinato a politici e diplomatici in missione ufficiale. Tuttavia, l'ex capo dello Stato ha perso il diritto al documento il 1° gennaio 2023, quando si è insediato il nuovo presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva.

Il testo della lettera dem a Biden - «Riteniamo che, dal momento che Bolsonaro è entrato negli Stati Uniti quando era ancora presidente del Brasile, potrebbe averlo fatto con un visto A-1, riservato a individui o diplomatici in visita ufficiale. Le chiediamo di rivalutare il suo status nel Paese per garantire che ci sia una base legale per il suo soggiorno e revocare qualsiasi tipo di visto diplomatico che potrebbe aver avuto», si legge nel documento inviato a Biden.

Tra i deputati che hanno firmato la lettera ci sono Joaquin Castro e Gregory W. Meeks, quest'ultimo presidente della Commissione affari internazionali fino al gennaio di quest'anno, quando i repubblicani sono diventati la maggioranza alla Camera.

Al momento un «no comment» dal Dipartimento di Stato - Lunedì, il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price è stato interrogato nella sua conferenza stampa quotidiana sulla situazione di Bolsonaro negli Usa. Affermando di non poter commentare il caso individuale dell'ex presidente, perché le informazioni sono riservate, il rappresentante del governo ha evidenziato che chi perde il visto ufficiale e si trova ancora negli Stati Uniti deve «lasciare il Paese o richiedere un cambio di status di migrante entro 30 giorni».

Ex presidente al centro di una nuova inchiesta in Brasile - C'è poi un altro fuoco di polemica che sta divampando in Brasile in queste ore e che riguarda direttamente Jair Bolsonaro. Si tratta di una bozza di decreto, trovata dalla polizia federale durante una perquisizione in casa dell'ex ministro della Giustizia brasiliano, Anderson Torres, che prevedeva l'instaurazione dello «stato di difesa» presso il Tribunale superiore elettorale (Tse) da parte di Jair Bolsonaro in quanto era ancora presidente della Repubblica: è ciò che emerge dalle rivelazioni divulgate dai media locali.

Cosa prevede il decreto - Lo stato di difesa è previsto dall'articolo 136 della Costituzione. Il meccanismo consente al presidente d'intervenire in «luoghi ristretti e determinati» per «preservare o ripristinare tempestivamente l'ordine pubblico o la quiete sociale minacciati da grave e imminente dissesto istituzionale o colpiti da calamità naturali di grandi proporzioni».

Le rivelazioni a Cnn Brasil - Il testo avrebbe l'obiettivo d'invertire il risultato delle elezioni presidenziali, vinte da Luiz Inácio Lula da Silva. A Cnn Brasil, uno degli avvocati di Torres, Rodrigo Roca, ha affermato che il documento in questione non è stato scritto dall'ex ministro. «Si tratta di uno dei tanti scritti quotidiani provenienti dalla gente e indirizzati al ministro della Giustizia e a me come segretario nazionale dei consumatori, per portare qualche tipo di suggerimento al presidente», ha detto Roca.

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