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ITALIAMalato morto in Svizzera, Marco Cappato si autodenuncia a Milano

26.11.22 - 10:39
Rischia fino a 12 anni di carcere
Imago
Fonte Ats
Malato morto in Svizzera, Marco Cappato si autodenuncia a Milano
Rischia fino a 12 anni di carcere

MILANO - Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, si è autodenunciato stamattina ai carabinieri della compagnia Duomo a Milano. Il motivo è aver accompagnato in una clinica svizzera, dove ieri è morto con suicidio assistito, Romano, un 82enne di origini toscane e residente a Peschiera Borromeo, nel Milanese.
Cappato, come sottolinea lui stesso, rischia «fino a 12 anni di carcere». «È indegno per un paese civile continuare a tollerare l'esilio della morte in clandestinità», ha più volte detto. In caserma Cappato si è presentato con l'avvocato e segretaria dell'associazione, Filomena Gallo.

Per Cappato si tratta di una "nuova disobbedienza civile": l'uomo non era tenuto in vita "da trattamenti di sostegno vitale". Un caso simile a quello della 69enne veneta Elena Altamira, malata terminale di cancro morta in Svizzera la scorsa estate con suicidio assistito.

Si tratta, ha spiegato l'avvocato Gallo, di casi che non rientrano in quelli previsti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale italiana sul caso Cappato-Dj Fabo per l'accesso al suicidio assistito in Italia.

A seguito del processo subito da Cappato per l'aiuto fornito a Fabiano Antoniani, e grazie alla sentenza 242 della Corte costituzionale, il suicidio assistito in Italia «è possibile e legale quando la persona malata che ne fa richiesta è affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale».

Rimangono quindi esclusi da queste possibilità numerosi malati. Le sue due ultime iniziative, spiega il tesoriere dell'Associazione Coscioni, hanno «l'obiettivo di superare le attuali discriminazioni tra persone malate e consentire il pieno rispetto della volontà anche delle persone affette da patologie irreversibili, fonte di sofferenza, pienamente capaci ma non ancora tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale».

Per il caso di Elena, per cui Cappato si era denunciato ai carabinieri come avvenuto per quello di dj Fabo, Cappato è indagato a Milano per aiuto al suicidio ed è stato interrogato dai pm nelle scorse settimane ma non ha ancora ricevuto comunicazioni: né avviso di chiusura delle indagini, né di archiviazione.

Nel processo sulla vicenda Antoniani, anche a seguito dell'intervento della Consulta, fu assolto nel 2019.

Soccorso civile, una delle associazione di cui è responsabile Marco Cappato, aiuterà "nel mese di dicembre" un'altra persona che "ha appuntamento" per andare a morire in Svizzera "che si è rivolta a noi: ci siamo presi l'impegno di aiutarlo". Cappato lo ha detto dopo essersi denunciato dai carabinieri di Milano per aver accompagnato a morire in Svizzera Romano, di 82 anni.

 

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COMMENTI
 

MissKirova 1 anno fa su tio
Si vede anche qui come certe istituzioni,nel 2022,siano imbarazzanti.

Pensopositivo 1 anno fa su tio
Risposta a MissKirova
Quando uno vuole "andarsene " é un tema personale. Ben venga la tecnologia medica che aiuta chi ha deciso per questa soluzione.
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