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UCRAINA«Sarà una guerra lunga»

08.09.22 - 23:10
Lo hanno dichiarato gli USA agli alleati, dicendo di prepararsi
keystone-sda.ch / STF (SASCHA STEINBACH)
Fonte C. Salvalggio / ats ans
«Sarà una guerra lunga»
Lo hanno dichiarato gli USA agli alleati, dicendo di prepararsi

KIEV - La guerra in Ucraina sta cambiando e l'Occidente si deve preparare a sostenere l'Ucraina nel lungo periodo: è il messaggio del capo del Pentagono, Lloyd Austin, al gruppo di contatto degli oltre 50 Paesi che sostengono Kiev e che sono tornati a riunirsi a Ramstein, dove il segretario alla difesa americano ha promesso altri 2,8 miliardi di aiuti militari Usa, di cui 675 milioni di dollari di forniture belliche dirette dalle riserve americane.

Nelle stesse ore la Polonia e i Paesi Baltici hanno annunciato dal 19 settembre un giro di vite sui visti turistici ai russi per questioni di sicurezza nazionale, nel timore di infiltrazioni pericolose. Una mossa che anticipa, rafforzandola, la sospensione dell'accordo di facilitazione dei visti dell'Ue con la Russia decisa da Bruxelles. E che ha suscitato l'ira di Mosca: «l'Unione europea chiude la sua gabbia dall'interno e continua a isolarsi dalla Russia e dal resto del mondo», ha denunciato il ministero degli esteri, minacciando una risposta.

L'Ucraina va sostenuta «nel lungo periodo»
L'ultimo pacchetto del Pentagono, il 20/mo dall'agosto 2021, comprende altri «lanciarazzi Howitzer da 105 millimetri, munizioni d'artiglieria, blindati Humvee, sistemi anti tank, armi piccole e ambulanze blindate». Ma non gli Atacm chiesti da Kiev, missili tattici con una gittata di 300 km: «la portata dei lanciarazzi Himars e Howitzer è sufficiente per rispondere alle necessità attuali degli ucraini», ha spiegato il capo di stato maggiore congiunto, Mark Milley. «Molti mesi dopo il primo incontro del contact group a Ramstein, siamo di fronte a un nuovo momento chiave della guerra», ha dichiarato Austin, aprendo la riunione di Ramstein. «Il volto della guerra cambia e così cambia anche la missione di questo contact group», ha sottolineato, affermando che l'Occidente dovrà sostenere l'Ucraina nel lungo periodo.

Blinken a Kiev
Nel frattempo il segretario di stato americano, Antony Blinken, è volato a Kiev in una visita a sorpresa, la seconda dall'inizio del conflitto, per discutere con il presidente Volomyr Zelensky e con il ministro degli esteri Dmytro Kouleba dei restanti 2,2 miliardi di aiuti, che saranno versati sotto forma di prestiti e sussidi all'Ucraina e ai Paesi che si sentono minacciati da Mosca per l'acquisto di armi americane: una somma che porta a 15,2 miliardi di dollari il totale degli aiuti americani a Kiev dall'inizio dell'invasione.

Tra i Paesi che potranno beneficiare dei fondi, le ex repubbliche sovietiche della Georgia e della Moldavia, che hanno nei loro territori enclavi controllate da separatisti filorussi, nonché i Paesi baltici e la Bosnia, dove crescono le tensioni con i dirigenti serbi, notoriamente schierati con il Cremlino.

«Il presidente Joe Biden ha messo in chiaro che sosterremo il popolo ucraino fino a quando sarà necessario, ho ribadito questo messaggio al presidente Volodymir Zelensky e al suo team oggi a Kiev, che resta e resterà la capitale di una Ucraina sovrana e indipendente», ha riferito Blinken, che ha visitato anche un ospedale, portando dei peluche ai bambini feriti nella guerra.

«Quello che stiamo vedendo è il prezzo che la Russia deve pagare, che è già straordinario e sarà sempre più pesante», ha sottolineato, ribadendo la convinzione di Biden che Mosca sia molto più in difficoltà di quanto sembri, sia sul piano economico che militare. E che la Ue sia «ancora risoluta e unita», nonostante la crisi energetica, come ha osservato il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby.

Zelensky ha incassato i nuovi aiuti come «un segnale molto importante», che dà «la garanzia di poterci riprendere i nostri territori». Parole che sembrano trovare conferma nella controffensiva ucraina, dove lo stesso Austin ha riconosciuto che Kiev sta ottenendo »successi evidenti».
 

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