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UCRAINAPhoenix Ghost, cosa sappiamo del nuovo drone suicida spedito a Kiev

25.04.22 - 12:00
Gli Stati Uniti ne hanno inviati 121 esemplari con l'ultimo pacchetto di assistenza militare da 800 milioni di dollari.
Depositphotos (foto d'archivio)
Phoenix Ghost, cosa sappiamo del nuovo drone suicida spedito a Kiev
Gli Stati Uniti ne hanno inviati 121 esemplari con l'ultimo pacchetto di assistenza militare da 800 milioni di dollari.
Il sistema è stato sviluppato per operare con la massima efficienza nello scenario dell'est ucraino. Quindi con un set di specifiche, ha spiegato il Pentagono, «che combaciano con i bisogni degli ucraini in questo momento nel Donbass».

KIEV - Phoenix Ghost. Letteralmente, o quasi, il fantasma della fenice. È il nome in codice, piuttosto evocativo, di una nuova tipologia di drone sviluppata negli Stati Uniti e inclusa nell'ultimo pacchetto di aiuti da 800 milioni di dollari che la Casa Bianca ha sbloccato settimana scorsa per fornire assistenza alla resistenza ucraina.

Washington, si legge nel comunicato della Difesa statunitense, ha inviato a Kiev 121 esemplari di questa nuova arma. Ma di cosa si tratta esattamente?

Il dettaglio delle sue specifiche resta riservato. Anche sul sito web dell'azienda che lo ha prodotto, la Aevex Aerospace, non ci sono indicazioni precise in merito. Ma questa non è ovviamente una grande sorpresa. Quello che invece sappiamo è che si tratta di un'arma che, in linguaggio tecnico, viene definita munizione circuitante. Anche detta, ricorrendo a una terminologia più immediata, drone suicida.

Su misura per il Donbass
Il sistema Phoenix Ghost era già in fase di sviluppo, ma non era mai stato schierato direttamente sul campo di battaglia. L'escalation dovuta all'invasione in Ucraina ne ha accelerato l'arrivo. E si tratta di un'arma sviluppata per operare con la massima efficienza proprio in uno scenario come quello dell'est dell'ex repubblica sovietica. Quindi con un set di specifiche, citando il portavoce del Pentagono John Kirby, «che combaciano con quelli che sono i bisogni degli ucraini in questo momento nel Donbass». E in questo senso, l'addestramento ad hoc i droni lo avrebbero ricevuto sui terreni del Kansas, che - spiega la Difesa a stelle e strisce - hanno "lineamenti" che richiamano quelli dei territori nell'est dell'Ucraina.

Per quanto riguarda gli aspetti puramente muscolari, il Phoenix Ghost ha capacità operative simili a quelle di un suo "collega" già di stanza in Ucraina, lo Switchblade, e fornisce un «supporto tattico» dello stesso tipo. In breve: si alza in volo, scruta il suolo alla ricerca di un bersaglio e resta in attesa fino a quando non riceve l'ordine di colpire. E risulta particolarmente efficace contro i «bersagli di terra mediamente corazzati», ha spiegato l'ex tenente generale David Deptula - attualmente membro del board di Aevex e decano del Mitchell Institute for Aerospace Studies - a Politico. Il drone in questione è in grado di decollare in verticale, restare in volo per oltre sei ore (lo Switchblade, per tracciare un parallelo, ha invece un'autonomia inferiore ai sessanta minuti, ndr.) e di operare nelle ore notturne, in virtù della sua capacità di osservare attraverso lo spettro infrarosso. «Può essere sfruttato per vedere cosa sta accadendo nella zona. Ma il suo scopo principale resta l'attacco».

Le similitudini operative con l'altro drone kamikaze già in uso presso le forze aeree di Kiev racchiude inoltre il vantaggio di ridurre considerevolmente i tempi della sua entrata in servizio. Un funzionario del Pentagono ha infatti confermato a Defense One che per «un operatore esperto» sarà sufficiente «una formazione minima» per poter manovrare il Phoenix Ghost.

I droni kamikaze: come funzionano?
Come detto, il Phoenix Ghost, proprio come lo Switchblade, rientra nella categoria delle munizioni circuitanti. Si tratta di un sistema d'arma che viene fatto sollevare in volo, dove può rimanere per un determinato tempo per poi colpire nel momento in cui viene confermata l'identificazione di un bersaglio. È un tipo di arma molto versatile, capace di colpire con estrema reattività, e che conferisce un vantaggio anche in termini logistici. Per fare un esempio, il drone Switchblade 300 pesa solamente 2.5 chilogrammi, una portata di 10 km e un'autonomia massima di una quindicina di minuti.

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