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ITALIAStrage del Mottarone, si indaga anche su altri due incidenti

03.06.21 - 17:25
I fatti risalgono al 2017 e al 2019, presso l'impianto di Alpyland, anch'esso gestito da Luigi Nerini
keystone-sda.ch (ALESSANDRO DI MARCO)
Strage del Mottarone, si indaga anche su altri due incidenti
I fatti risalgono al 2017 e al 2019, presso l'impianto di Alpyland, anch'esso gestito da Luigi Nerini
Le vicende sono state citate nella richiesta, poi respinta dalla giudice per le indagini preliminari, di custodia cautelare.

VERBANIA - Quella per la strage avvenuta sulla funivia del Mottarone lo scorso 23 maggio non è l'unica indagine che vede implicato il gestore dell'impianto, Luigi Nerini.

Il suo nome - come riporta oggi la stampa italiana - compare infatti nelle carte di altre due inchieste della procura di Verbania, riguardanti due incidenti che si sono verificati sull'impianto Alpyland (una pista per bob su rotaia che parte dalla cima del Mottarone, gestita dallo stesso Nerini ndr.) rispettivamente nel 2017 e nel 2019.

In quei casi rimasero feriti un dipendente e un passeggero. Il reato ipotizzato è di lesioni colpose e le circostanze sono emerse dagli atti riguardanti il dramma dello scorso 23 maggio, in cui persero la vita 14 persone. In particolare, nella richiesta di custodia cautelare per Nerini.

Negli incarti, le due pm avevano rilevato da parte del gestore una «insofferenza a uno scrupoloso rispetto delle misure di sicurezza volte a tutelare l'incolumità degli utenti di tale genere di impianti». La richiesta di custodia cautelare però non fu accolta dalla giudice per le indagini preliminari, Donatella Banci Buonamici, che non rilevò alcun pericolo di fuga.

Agli arresti, domiciliari, è rimasto solo il caposervizio, Gabriele Tadini. I suoi legali hanno nel frattempo nominato i propri consulenti di parte, che sono già ai ferri corti con i magistrati. «La Procura ci ha vietato la ricognizione, noi però andremo lo stesso e vedremo cosa potremo fare», ha detto l'avvocato Marcello Perillo, dicendosi molto risentito per la situazione. «Una ricognizione serve perché finora abbiamo potuto esaminare solo delle fotografie».

Nelle dichiarazioni rese al gip, Tadini ha messo a verbale di aver chiesto più volte assistenza, parlando delle anomalie ai freni dell'impianti, ma senza giungere ad alcun risultato. «L'ho detto anche a Nerini che mettevo i ceppi» ma lui «mi diceva "arrangiati"».

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