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ITALIAInfermieri denunciano: «Ci minacciavano se usavamo le mascherine»

20.04.20 - 11:50
Gli operatori avrebbero ricevuto i dispositivi di protezione solo un mese dopo lo scoppio dell'epidemia in Lombardia
Keystone
Fonte ats ans
Infermieri denunciano: «Ci minacciavano se usavamo le mascherine»
Gli operatori avrebbero ricevuto i dispositivi di protezione solo un mese dopo lo scoppio dell'epidemia in Lombardia

«Ci minacciavano se usavamo le mascherine, non dovevamo spaventare i pazienti». Sono i racconti di alcuni infermieri e operatori raccolti nell'inchiesta della Procura di Milano su presunte irregolarità nella gestione dell'emergenza Coronavirus nelle case di riposo.

Stando ai racconti dei lavoratori e ad una lettera di diffida che era stata inviata dai sindacati Cisl-Cgil ai vertici della struttura (tra cui il dg Giuseppe Calicchio, indagato per epidemia e omicidio colposi) gli operatori avrebbero ricevuto le mascherine per proteggere loro stessi e gli anziani ospiti oltre un mese dopo lo scoppio dell'epidemia in Lombardia, il 23 marzo scorso. E gli stessi sindacati avevano parlato delle «velate minacce» agli operatori. Anche tra lo stesso personale del Trivulzio, però, in questi giorni sono volate accuse incrociate tra chi difende i vertici e chi li accusa, come hanno fatto molti familiari degli anziani con le loro denunce.

Il Trivulzio in un documento scrive che già «dal 22 febbraio» iniziò a isolare i pazienti con sintomi, anche se non poteva fare tamponi perché riservati solo «agli ospedali», e che ha sempre fornito le mascherine pur nelle difficoltà di «approvvigionamento».

Nel frattempo, si indaga anche sul ricovero di pazienti con polmoniti già da gennaio nel reparto di degenza geriatrica 'Pringe' del Pat, altro fattore che potrebbe aver alimentato i contagi, oltre che sui noti trasferimenti di pazienti Covid nelle altre Rsa sulla base della delibera regionale dell'8 marzo. Il Trivulzio fece da centrale di smistamento di quei malati, un «servizio», si legge in un documento del 14 marzo, che svolgeva per conto della «Unità di crisi di Regione Lombardia».

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