La Coldiretti lancia l'allarme dopo il sequestro di 9,5 tonnellate compiuto dalla Guardia di Finanza di Padova
PADOVA - Sono finite immediatamente in fumo le 9,5 tonnellate di carne suine di provenienza cinese sequestrate dalla Guardia di Finanza di Padova.
Si trattava di alimenti non solo introdotti illegalmente in Europa, ma anche potenzialmente contaminati dalla peste suina. Carne considerata talmente pericolosa dalle autorità sanitarie locali da non voler nemmeno procedere all'analisi, ma che ha preso immediatamente la via dell'inceneritore.
Il sequestro, compiuto la scorsa notte in un magazzino di generi alimentari all'ingrosso, è la dimostrazione di come le frontiere dell'Unione europea siano un colabrodo, secondo Coldiretti. «Serve dare immediatamente il via libera all’obbligo dell’etichettatura d’origine sui derivati della carne suina per garantire la trasparenza e la rintracciabilità di fronte agli allarmi sanitari che si moltiplicano con la globalizzazione degli scambi».
La maggiore associazione italiana legata all'agricoltura punta il dito anche contro la burocrazia italiana, che «non comprende l’urgenza di tracciare gli alimenti che arrivano ai consumatori in una situazione in cui l’Italia importa ogni anno dall’estero circa un miliardo di chili di carni suine fresche e congelate».
#Padova maxi #sequestro di 9,5 tonnellate di #carni suine illegalmente importate dalla Cina. pic.twitter.com/zZ39hR7Arb
— Guardia di Finanza (@GDF) January 22, 2020