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IRANCalca a Kerman, i morti sono 56

07.01.20 - 18:46
Si aggrava il bilancio delle vittime durante la cerimonia di sepoltura del generale Soleimani
keystone-sda.ch (STR)
Almeno 56 persone sono morte a causa della calca a Kerman.
Almeno 56 persone sono morte a causa della calca a Kerman.
Calca a Kerman, i morti sono 56
Si aggrava il bilancio delle vittime durante la cerimonia di sepoltura del generale Soleimani

TEHERAN - Si è aggravato il bilancio dei morti e dei feriti della calca che si è prodotta durante la cerimonia di sepoltura del generale Qassem Soleimani.

Almeno 56 persone hanno perso la vita e più di 200 sono rimaste ferite tra la folla oceanica che si era radunata per rendere omaggio al «martire», ucciso la scorsa settimana in un blitz statunitense in Iraq.

Alla cerimonia erano presenti diverse decine di migliaia di persone. Non è chiaro cosa abbia provocato il panico, ma le conseguenze sono state disastrose. La tv di Stato iraniana ha aggiornato più volte nel corso della scorsa giornata il bilancio delle persone coinvolte.

La vicenda della morte del capo delle forze Qods, l'unità d'èlite delle Guardie della Rivoluzione iraniana, continua a essere al centro dell'interesse dell'opinione pubblica. I toni non si sono fatti meno concilianti con il passare delle ore: la Guida suprema Ali Khamenei ha manifestato la volontà che ogni atto di rappresaglia «diretto e proporzionato» sia compiuto dalle forze iraniane contro gli interessi statunitensi, secondo fonti di Teheran citate dal New York Times.

L'agenzia semi-ufficiale Tasnim riferisce che sono stati preparati 13 scenari di possibili ritorsioni, tutti tali da causare un «incubo storico» per gli Stati Uniti. In particolare viene presa in considerazione la possibilità di colpire le basi Usa più vicine al confine iraniano con missili a medio e lungo raggio.

La diplomazia internazionale è al lavoro su vari fronti per cercare di trovare una soluzione che non preveda l'uso delle armi. Intanto il segretario di Stato Mike Pompeo e quello alla Difesa Mark Esper hanno assicurato che Washington rispetterà «le leggi dei conflitti armati» e non prenderà di mira il patrimonio culturale dell'Iran, come aveva dichiarato Donald Trump suscitando accese polemiche.

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