I soccorritori sudcoreani hanno concorso al recupero, ma le autorità ungheresi non hanno permesso loro di avvicinarsi al battello recuperato
BUDAPEST - Polemiche fra soccorritori ungheresi e sudcoreani dopo che è stato riportato in superficie il Sirena, il battello naufragato lo scorso 29 maggio nel Danubio nel centro di Budapest con 33 turisti sudcoreani e due marinai ungheresi, affondato dopo essere stato urtato da una grande nave da crociera, la Viking Sigyn, di proprietà di una società svizzera.
Sette persone sono sopravvissute, e finora sono stati recuperati 24 corpi, ma mancano ancora quelli di quattro vittime - tutte sudcoreane. I soccorritori sudcoreani, arrivati da Seul, hanno concorso al recupero, ma le autorità ungheresi non hanno permesso loro di avvicinarsi al battello recuperato.
La Corea del Sud ha chiesto anche il sequestro della nave da crociera che ha causato l'incidente, ma la Viking Sigyn ha lasciato l'Ungheria il giorno dopo l'incidente senza che la polizia ungherese lo impedisse.
La società armatrice svizzera è coproprietaria del porto fluviale di Budapest, privatizzato da oligarchi, vicini al governo di Viktor Orban. la Corea del Sud rivendica un'inchiesta severa per il naufragio avvenuto, ma secondo la stampa ungherese ci sono dubbi che questa avrà luogo.