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VENEZUELAMobilitazioni e scontri: arrivano gli aiuti dalla comunità internazionale

23.02.19 - 16:54
Juan Guaidò ha annunciato che è iniziata un'operazione «pacifica, multilaterale e umanitaria». Maduro: «Tutti in strada per l'indipendenza»
Keystone
Mobilitazioni e scontri: arrivano gli aiuti dalla comunità internazionale
Juan Guaidò ha annunciato che è iniziata un'operazione «pacifica, multilaterale e umanitaria». Maduro: «Tutti in strada per l'indipendenza»

CARACAS - Juan Guaidò ha annunciato oggi, dal versante colombiano del ponte Las Tienditas, che è iniziata l'operazione «pacifica, multilaterale e umanitaria» per fare entrare in Venezuela gli aiuti inviati dalla comunità internazionale.

«Questa è una iniziativa pacifica, ma di grande fermezza», ha detto Guaidò in una conferenza stampa comune con il presidente colombiano, Ivan Duque.

Il presidente del Parlamento venezuelano, che ha assunto i poteri dell'esecutivo, ha affermato: «Mentre noi stiamo preparando l'invio degli aiuti, altri cercano di bloccarli con la violenza», alludendo alle forze dell'ordine venezuelane, che bloccano i confini del Venezuela con Brasile e Colombia.

Guaidò ha reso omaggio agli indigeni Pemon, «vittime di quella violenza», segnalando che con le loro comunità stanno lavorando per «facilitare l'accesso del popolo all'assistenza di cui hanno bisogno».

Il leader oppositore ha lanciato anche appelli alle Forze Armate, perché «si mettano dalla parte giusta della Storia» e al popolo chavista, al quale ha chiesto di «manifestarsi in pace» e ha promesso «riconciliazione nazionale».

Tanto Guaidò quanto Duque hanno sottolineato che considerano «l'usurpatore Nicolas Maduro» responsabile per qualsiasi violenza che possa compromettere l'ingresso degli aiuti. Duque ha ricordato che «impedire che entrino in Venezuela gli aiuti costituisce un attentato contro i diritti umani e un possibile crimine di lesa umanità».

Altri fronti - Rappresentanti dell'opposizione e semplici cittadini si sono ritorvati a negoziare con gli agenti della polizia venezuelana sul ponte Simon Bolivar, alla frontiera con la Colombia, perché lascino passare gli aiuti umanitari dentro al Paese.

Davanti agli agenti, disposti in fila per bloccare il ponte, delegati oppositori che si trovano sul versante colombiano hanno stretto la mano e parlato con gli agenti, dopo che hanno abbassato gli scudi con i quali si proteggevano, dicendo loro che vogliono evitare qualsiasi scontro violento sul confine.

Altri venezuelani che si trovano in Colombia parlano anche loro con gli agenti, spiegando che «siamo tutti fratelli dello stesso popolo» e «voi soffrite di questa crisi come noi, con le vostre famiglie».

Indios feriti soccorsi in ospedali del Brasile - La notte scorsa altri due indigeni venezuelani sono stati ricoverati all'ospedale Delio Tupinambà di Pacaraima, città brasiliana al confine con il Venezuela: lo rende noto il sito di notizie G1.

Sale così a 13 il numero delle persone medicate in strutture dello Stato di Roraima: ieri, in uno scontro con soldati venezuelani, due indigeni Pemon sono rimasti uccisi e altri 14 feriti.

Secondo il personale sanitario, i due indios ricoverati nelle ultime ore sono stati attaccati con bastoni e proiettili di gomma. Nonostante la chiusura della frontiera disposta dal presidente venezuelano in carica, Nicolas Maduro, il passaggio delle ambulanze tra i due Paesi avviene regolarmente.

Maduro: «Tutti in strada per l'indipendenza» - «Oggi, 23 febbraio, il popolo si mobilita a Caracas e in tutte le città del paese. Andiamo tutti in strada per difendere la nostra indipendenza, con coscienza e gioia. Non ci sarà alcuna guerra nella patria di Bolivar e Chávez, qui trionferà la pace. Il Venezuela si rispetta». Lo ha dichiarato in un tweet il presidente venezuelano Nicolas Maduro, riferendosi alle mobilitazioni in appoggio al suo governo convocate per oggi in tutto il Paese.

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