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L'Ospedale delle bambole di Milano dove il "primario" è un’artigiana svizzera

ITALIA / SVIZZERAL'Ospedale delle bambole di Milano dove il "primario" è un’artigiana svizzera

23.01.23 - 14:11
Nella sua piccola bottega Elfride Buhler, ex insegnante della scuola svizzera del capoluogo lombardo, ripara anche peluche e giochi in legno
Video - M.N.
L'Ospedale delle bambole di Milano dove il "primario" è un’artigiana svizzera
Nella sua piccola bottega Elfride Buhler, ex insegnante della scuola svizzera del capoluogo lombardo, ripara anche peluche e giochi in legno

MILANO - Entrare nel suo piccolo negozio del centro di Milano, a pochi metri dal Conservatorio e dal Tribunale, è come fare un tuffo nell’infanzia. Qui, in pochi metri quadrati, ci sono giocattoli di tutti i tipi: dai trenini elettrici ai soldatini, dalle macchinine ai giochi in scatola, dai peluche ai robot. E soprattutto bambole, perché Elfride Buhler, ex insegnante di Olten nel Canton Soletta, non solo le vende ma è uno dei pochi artigiani in Italia che le ripara dandole una seconda vita. Da quelle in celluloide a quelle in plastica, Elfride si prende cura di loro come un chirurgo dei suoi pazienti. Arrivata a Milano negli anni ‘70, ha insegnato alla scuola svizzera di Milano fino a due anni fa quando è andata in pensione e ora si dedica totalmente al suo negozio e alla sua passione per le bambole.

«Poco dopo essere arrivata a Milano a 23 anni, ho trovato un piccolo spazio dove ho iniziato a creare giocattoli, la mia passione. Poi ho incontrato mio marito che era insegnante di educazione artistica e disegno e creatore di giocattoli e insieme abbiamo fondato un'azienda continuando a lavorare insieme. Avevamo una grande collezione di bambole di celluloide, molto belle, ed è lì che ho iniziato a riparare le bambole. Non è stato facile, perché la celluloide è piuttosto fragile e bisogna cambiare spesso soprattutto gli elastici, che sono la prima cosa a rompersi», spiega Elfride Buhler a tio.ch/20 minuti.

Vederla all’opera è un piacere: Elfride prende i pezzi di un bambolotto, con la colla vinilica ne fortifica la testa e con bisturi e pinze e un rotolo di corda elastica, congiunge testa, busto e arti, colloca gli occhi rimettendo in piedi l’oggetto con una cura che trasuda passione. E poi le ridona il colore con un pennello e della vernice a spruzzo. Bambole che spesso i clienti fanno riparare solo per i ricordi che rievocano e che lei impiega anche giorni a rimettere in sesto. «Ho clienti che vengono qui da tutto il Nord Italia per riparare pinocchi, orsetti di peluche e bambole. Ma anche giocattoli in legno», spiega mettendo sul bancone da lavoro una funivia in legno a due cabine che ha qualche problema con le corde. «Qualcuno – continua - me li spedisce o mi contatta via Internet e mi manda delle foto per farmi capire se è possibile ripararli. Molti vengono personalmente e mi raccontano le loro storie e i ricordi legati ai giochi e alle bambole. Una volta - aggiunge – era diverso: con le bambole si poteva giocare solo a Natale, alla Befana e quando si era malati».

Il prezzo della riparazione varia in base al tipo di lavoro e parte da 30 euro. «Se c'è da rifare tutto - ganci, occhi e volendo anche il vestito - il prezzo sale. Io, se non ne vale la pena, sconsiglio di fare la riparazione ma poi qualcuno insiste dicendo che era la mia bambola e devo assolutamente rimetterla a posto. Allora acconsento e parto col lavoro» spiega ancora Elfride aggiungendo che tra i suoi clienti ci sono anche molto ticinesi. «Ho clienti che vengono da Locarno e da Lugano data la vicinanza con Milano». 

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