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CRISI DEL CORONAVIRUSGermania, test obbligatori per chi arriva dalla Cina

05.01.23 - 12:14
La decisione è la diretta conseguenza della «forte raccomandazione» emessa ieri dall'Ipcr
keystone-sda.ch / STF (ANDY RAIN)
Germania, test obbligatori per chi arriva dalla Cina
La decisione è la diretta conseguenza della «forte raccomandazione» emessa ieri dall'Ipcr

BERLINO - La Germania ha deciso d'introdurre i test Covid obbligatori per i viaggiatori in arrivo dalla Cina. Lo ha annunciato il ministro della Salute Karl Lauterbach, citato dall'agenzia stampa Dpa.

È la reazione (non scontata ma quasi) a quanto stabilito mercoledì sera dopo la riunione-fiume del meccanismo integrato europeo di risposta alle crisi (Ipcr), che ha stabilito che i paesi membri dell'Unione europea sono «fortemente incoraggiati» a introdurre l'obbligo di test negativo 48 ore prima della partenza - e, in un secondo momento, una serie di misure accessorie.

La decisione, come hanno precisato funzionari europei, spetta alle singole nazioni. «L'Ipcr non aveva mandato per introdurre un obbligo europeo di effettuare test nell'Unione. L'Ipcr è stato voluto per coordinare un approccio comune Ue sul picco di epidemia in Cina, considerando anche che non abbiamo a disposizione dati credibili sui contagi, e dopo che già alcuni Stati come Italia, Francia e Spagna hanno introdotto test in arrivo». Una cosa sulla quale tutti si sono detti d'accordo, in sede europea, è la necessità di un approccio comune. «Ci sono differenze nazionali per intervenire e alcuni Paesi non hanno neppure voli diretti dalla Cina».

Nelle scorse ore Pechino ha duramente criticato la misura definendola «non scientifica» e «inaccettabile» e ha invitato l'Organizzazione mondiale della sanità a mantenere una posizione «imparziale» sullo stato attuale della pandemia in Cina. Ora Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese, esorta i Paesi europei a non imporre nessuna restrizione sui viaggiatori cinesi. La richiesta è di «lavorare insieme per proteggere i normali movimenti delle persone». La portavoce assicura: «Sin dallo scoppio dell'epidemia, Pechino ha condiviso informazioni e dati affidabili con la comunità internazionale in modo aperto e trasparente».

Il monitoraggio dei casi Covid compiuto dal gruppo tecnico sulle varianti dell'Oms ha rilevato che tutte le varianti circolanti in Cina sono già conosciute, con una nettissima maggioranza (pari al 97,5%) delle sottovarianti BA.5.2 e BF.7.

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