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L'emergenza homeless non risparmia la terza età: «Come una condanna a morte»

STATI UNITIL'emergenza homeless non risparmia la terza età: «Come una condanna a morte»

23.11.22 - 06:30
Negli Usa è boom di senzatetto, anche nella capitale. Ne parliamo con chi li aiuta ogni giorno
We are Family/Reuters
L'emergenza homeless non risparmia la terza età: «Come una condanna a morte»
Negli Usa è boom di senzatetto, anche nella capitale. Ne parliamo con chi li aiuta ogni giorno

WASHINGTON D.C. - Non è un Paese per vecchi. Negli Stati Uniti, colpiti da un’inflazione galoppante, aumenta il numero degli anziani senzatetto. La crisi abitativa era già grave durante l’emergenza Covid-19. Ma a peggiorare la situazione arriva ora il boom dei prezzi che aggredisce i redditi fissi degli anziani. A livello nazionale, nel corso dell’ultimo anno, gli affitti sono cresciuti in media dell'11%. Sono sempre più numerosi gli ultrasessantenni che perdono la casa e si rifugiano nei centri di accoglienza. Il tasso di povertà tra gli anziani è salito dall'8,9% del 2020 al 10,3% del 2021. 

La situazione è seria anche nella capitale, come ci conferma Mark Andersen, fondatore dell’associazione We are Family, che assiste anziani indigenti. «Washington è una delle città americane più colpite dalla gentrificazione. Lavoro con gli anziani del centro città dalla fine degli anni '80 e ho visto i cambiamenti apportati da questo sviluppo di lusso. Sebbene questi quartieri siano ora più sicuri e pieni di comodità, l’aumento del costo della vita ha allontanato migliaia di anziani a basso reddito e senza dubbio ha fatto sì che molti diventassero senzatetto. La situazione è davvero straziante». 

Le persone a rischio sono migliaia, denuncia Andersen che punta il dito contro un sistema fondato sulla disuguaglianza. «Mentre ci sono forze pubbliche e private - tra cui la nostra associazione - che lavorano duramente per mitigare gli impatti negativi della gentrificazione, forze ancora più potenti - la ricerca sfrenata del profitto - stanno guidando questa crisi di sfollamento in un contesto segnato da una storica ingiustizia razziale, da una vasta disuguaglianza economica e da una persistente povertà». 

La capitale ha uno dei tassi d'indigenza tra gli anziani più alti del Paese: «Quasi tutti vivono al di sotto della soglia di povertà, in quartieri in cui il costo della vita sta aumentando vertiginosamente, soprattutto gli affitti, quindi anche un alloggio a prezzi accessibili è un'esigenza cruciale».

E a pagare sono spesso le minoranze. «Diventare un senzatetto per le strade di Washington può essere una condanna a morte per una persona anziana, purtroppo. La situazione è terribilmente tragica e sta peggiorando», continua il volontario. L’impennata dell’inflazione ha reso il quadro ancora più fosco. «Con l'aumento del costo del cibo e di tutto il resto, chi è ai margini viene schiacciato fino al punto di rottura. Riceviamo ogni giorno chiamate da persone che chiedono aiuto». 

I volontari di We Are Family provvedono gratuitamente generi alimentari, assistenza, trasporto, compagnia e altro ancora a oltre un migliaio di anziani a basso reddito. «Il nostro obiettivo finale, tuttavia, è molto più profondo: costruire una comunità realmente attenta, giusta e inclusiva, in cui ci si prende cura gli uni degli altri, al di là dei confini di razza, classe, religione e orientamento sessuale che spesso ci separano», ci dice Andersen. L’intenzione, spiega, è quella di creare un ponte «tra le risorse della nostra comunità e il bisogno straziante che si annida all'ombra del potere e del privilegio».

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