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Il vandalismo (non) ti fa bella

Dal pomodoro contro 'I Girasoli' di Van Gogh, al purè sul Monet, fino alla panna sulla Gioconda. Il vandalismo fa moda.
Dal pomodoro contro 'I Girasoli' di Van Gogh, al purè sul Monet, fino alla panna sulla Gioconda. Il vandalismo fa moda.

Per ora sono in una situazione di stand-by, in attesa di ricevere risposte. Ma hanno già dichiarato che se non si farà nulla sul fronte ecologico continueranno a imbrattare opere d'arte.  Stiamo parlando del movimento Just Stop Oil, il gruppo ambientalista che lo scorso 14 ottobre ha imbrattato il dipinto 'I Girasoli' di Van Gogh, esposto alla National Gallery di Londra. Al grido di «Vi interessa di più l'arte o la vita?» Anna e compagni hanno cosparso l'opera d'arte, il cui valore è stimato in oltre 80 milioni di euro, di zuppa di pomodoro per poi incollarsi una mano al muro e rendere così più difficoltoso il compito di portarle via dal luogo del disastro.  Fortunatamente la tela di Van Gogh non ha riportato danni, essendo protetta dal vetro, mentre la cornice sarebbe stata leggermente danneggiata. Il gesto dimostrativo compiuto dalle due ragazze aveva lo scopo di richiamare l'attenzione sulla richiesta, avanzata dai gruppi ambientalisti inglesi al governo, di fermare immediatamente tutti i progetti di estrazione del gas e del petrolio. 'Just Stop Oil' è infatti un collettivo ambientalista del Regno Unito che si propone di utilizzare la resistenza civile con l'obiettivo di ottenere che il governo non rilasci più licenze estrattive e per la produzione di combustibili fossili. L'eco di quanto accaduto alla National Gallery di Londra è stato enorme, visto il suo immediato impatto mediatico, anche se di casi simili ve ne sono stati altri.

IMAGOZuppa di pomodoro contro un quadro di VanGogh alla National Gallery di Londra

Il purè di patate sul Monet

Il 23 ottobre scorso, infatti, due militanti ambientalisti del gruppo ecologista 'Last Generation' ha sporcato, con del purè di patate, il celeberrimo dipinto di Claude Monet 'Il Pagliaio', esposto al Museo Barberini di Potsdam, in Germania. Anche in questo caso, il gesto provocatorio è stato giustificato dagli ecologisti con l'urgenza di richiamare l'attenzione dei politici sul gravissimo problema della crisi ambientale. "Se ci vuole un dipinto, e il purè di patate o la zuppa lanciati contro di esso, per far ricordare alla società che il ricorso ai combustibili fossili ci sta uccidendo tutti, allora vi regaliamo il purè su un dipinto” ha, in seguito, dichiarato un portavoce di Last Generation.

AFPVandalizzato il dipinto di Claude Monet 'Il Pagliaio', esposto al Museo Barberini di Potsdam, in Germania.

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Torta alla panne sulla Gioconda
Lo scorso maggio, invece, la 'Gioconda' di Leonardo da Vinci, esposta al Museo parigino del Louvre, era stata fatta oggetto di un lancio di torta alla panna, che fortunatamente, anche grazie al vetro protettivo, l'aveva lasciata incolume. Un uomo sarebbe entrato al museo travestito da donna anziana, con tanto di parrucca e seduto su di una sedia a rotelle, dalla quale si è poi alzato per scagliare la torta contro il famosissimo dipinto. Nei video, diventati subito virali, si vede l'uomo urlare in francese “Pensate alla Terra. Ci sono persone che la distruggono. Tutti gli artisti ci pensano, è per questo che l'ho fatto”.

Torte al cioccolato in faccia a Re Carlo III
Stessa sorte, è toccata, pochi giorni fa alla statua in cera di Re Carlo III, esposta al Museo di Madame Tussauds di Londra. Anche in questo caso, due attivisti del collettivo Just Stop Oil, hanno imbrattato la statua, con ben due torte al cioccolato in faccia, al grido di “stop alle nuove licenze e ai nuovi permessi di sfruttamento di gas e petrolio”. I due giovani, Eilidh McFadden e Tom Johnson, sono stati arrestati con l'accusa di vandalismo, ma il colpo deve essere stato particolarmente duro da assorbire per lo stesso Carlo III, vista la sua fama di ambientalista convinto.

L'obiettivo di Just Stop Oil

Nonostante i numerosi arresti tra le fila degli attivisti di Just Stop Oil, il gruppo ambientalista ha già dichiarato la propria intenzione di non fermarsi ma di continuare a mettere in campo un serrato programma di manifestazioni e gesti dimostrativi simili a quelli visti in queste settimane. «Lo dobbiamo ai nostri giovani fermare le estrazioni - ha dichiarato un portavoce di Just Stop Oil - lo dobbiamo ai nostri lavoratori per creare una transizione giusta verso un'economia a zero emissioni, lo dobbiamo ai nostri anziani per consentire loro di vivere con dignità. Dobbiamo ridurre rapidamente la domanda di energia da combustibili fossili attraverso un massiccio programma di energie rinnovabili, isolamento delle case e trasporto pubblico gratuito».

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Proteste che spaccano la società

Inutile dire che, di fronte a questa nuova forma di protesta, l'opinione pubblica si è spaccata tra coloro che condannano tali gesti, ritenendoli solo ingiustificabili forme di vandalismo e chi, pur non giustificando lo sfregio a opere d'arte d'inestimabile valore come quelle prese di mira di recente, trova sia giusto richiamare, con azioni forti e d'impatto, l'attenzione dei potenti della Terra sul problema dei cambiamenti climatici. Ciò che colpisce, in ogni caso, è che ci si trovi a parlare di atti di vandalismo accostandoli, però, a una causa più che valida. Ai più, la vicinanza di un concetto negativo a un valore positivo sembra una contraddizione difficilmente comprensibile, e questo è il motivo per cui ci si divide davanti a tale forme di protesta. Il concetto di vandalismo, infatti, di per sé non è mai stato portatore di valori sani ma, al contrario, di una tendenza a distruggere, rovinare edifici e altri beni materiali per il solo gusto di farlo o per una pura ostentazione di forza.

IMAGOVernice arancione sulla sede della Banca of England a Londra. Vandalismo ad opera degli attivisti di Just Stop Oil.

Il vandalismo arriva da lontano - Il termine, in senso moderno, venne usato per la prima volta dall'abate Henry Grégoire, vescovo di Blois, il quale, durante la Rivoluzione francese bollò in tal senso l'operato dell'esercito repubblicano a danno di chiese, monumenti, e opere d'arte, paragonando gli effetti di tali gesti alle terribili invasioni della popolazione dei Vandali nel V secolo d.C. Se l'accezione originaria del termine, quindi, si riferiva ad azioni distruttive nei confronti di chiese e opere d'arte, con il tempo venne poi a ricomprendere qualunque atto di danneggiamento contro beni di qualsiasi natura. Attualmente, come visto, il termine 'vandalismo' è andato ad arricchirsi di nuovi significati, accompagnandosi a concetti quali l'arte o l'ecologia, da cui prima si riteneva estraneo.

Un gesto che finisce per suscitare più critiche che plausi - Si parla, quindi di vandalismo come arte quando il gesto vandalico si vuole far portatore di un significato artistico. Il primo esempio di tale forma di vandalismo, risale addirittura al 1871, quando il pittore francese Gustave Coubert tentò di smontare la colonna di Vendȏme quale simbolo del Secondo impero di Napoleone III. Si parla di vandalismo informatico, invece, quando, per esempio, vengono inseriti ad arte contenuti negativi volti a danneggiare una determinata cosa e, ora, anche di vandalismo ambientalista quando l'azione di danneggiamento ha un fine ecologista. A prescindere dal significato recondito per il quale un atto vandalico viene compiuto, questo rimane sempre, nella sensibilità comune, condannabile. Colpire il patrimonio artistico, infatti, con il suo inestimabile valore di testimonianza storica e culturale di una società, rischia di suscitare più critiche che plausi, anche se il motivo per il quale si è agito è sicuramente degno di nota. Il rischio è quello di porre maggiore attenzione sul gesto eclatante piuttosto che sulla causa che è sottostante al gesto stesso. Vandalizzare il patrimonio artistico non è certamente giustificabile e, al lato pratico, non porta quei reali cambiamenti di cui l'emergenza climatica ha bisogno. Il bagaglio culturale di cui l'arte è depositaria va sempre rispettato, così come va tutelato il diritto di tutti coloro che di essa vogliono poter godere in piena libertà. Non deve essere quindi confusa la teatralità del gesto con ciò che esso vuole sottintendere. La battaglia ambientalista, assolutamente giusta ed encomiabile, non deve correre il rischio che si badi più alla forma, il gesto provocatorio, che alla sostanza, ossia la sensibilizzazione verso temi ambientali che devono essere affrontati e risolti. Non ci si deve quindi chiedere se si debba scegliere tra arte e natura ma trovare il modo, in maniera concreta, di tutelare entrambe.


Appendice 1

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IMAGOZuppa di pomodoro contro un quadro di VanGogh alla National Gallery di Londra

AFPVandalizzato il dipinto di Claude Monet 'Il Pagliaio', esposto al Museo Barberini di Potsdam, in Germania.

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IMAGOVernice arancione sulla sede della Banca of England a Londra. Vandalismo ad opera degli attivisti di Just Stop Oil.