Cerca e trova immobili

IRANLe minacce e la violenza non spaventano i manifestanti a Teheran

11.10.22 - 18:00
Le piazze delle città iraniane continuano a riempirsi malgrado gli annunci intimidatori del governo.
WANA (West Asia News Agency) via REUTERS
Fonte ATS ANS
Le minacce e la violenza non spaventano i manifestanti a Teheran
Le piazze delle città iraniane continuano a riempirsi malgrado gli annunci intimidatori del governo.

TEHERAN - Nonostante la minaccia di punire severamente i «rivoltosi» da parte della magistratura iraniana e del governo, raduni e manifestazioni sono continuate anche oggi, 25esimo giorno di proteste dopo la morte di Mahsa Amini, 22enne curda che era stata arrestata dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto.

La manifestazioni nella capitale - Nelle ultime settimane le proteste si sono estese anche nelle aree povere di Teheran. Molte persone sono state arrestate nelle università, nei bazar e nelle strade di varie città e le carceri si sono riempite a tal punto che alcuni degli arrestati sono stati trasferiti in prigioni di altre città. I dimostranti hanno comunque lanciato un nuovo appello per manifestare anche domani.

La classe dirigente sorda agli appelli - Alcuni quotidiani riformisti, tra cui Shargh, Etemaad e Jahan-Sanat, hanno invitato il governo ad ascoltare la voce dei manifestanti, correggere gli errori del passato e porre fine alla repressione di dimostranti e studenti che hanno protestato non solo per la morte di Mahsa Amini ma anche contro la classe dirigente.

«Serve un grande intervento politico, economico e sociale, basato sulle esigenze del momento attuale, per alleviare l'ira della nazione, che non può trasformarsi facilmente in calma», si legge su Jahan-Sanat. Per il quotidiano riformista, le giovani generazioni hanno ragione perché non riescono a vedere alcuna prospettiva per il loro futuro.

Una risposta intransigente - L'idea di ascoltare la piazza è stata invece completamente rigettata dalla stampa filogovernativa più estremista. «Cosa significa? Come possiamo ascoltare i manifestanti mentre dicono che i religiosi devono lasciare il governo? Non vogliono la Repubblica islamica», si legge su Javan, quotidiano vicino alle Guardie della rivoluzione.

Durante le dimostrazioni di oggi, alcune donne hanno dato fuoco al proprio velo. Mentre anche molte donne con il chador completo si sono unite alle dimostrazioni tenutesi ieri sera a Teheran, Karaj, Kermanshah, Mashhad, Rasht, Isfahan, Torbat-Heidariyeh, Kashan, Kazeroun, Saghez, Boukan e Sanandaj, dove le forze di sicurezza hanno represso i manifestanti anche con l'uso di armi da fuoco.

Le immagini delle proteste - La protesta è stata portata avanti anche da cittadini che hanno manifestato suonando a ripetizione il clacson delle proprie automobili mentre altri hanno gridato slogan sporgendosi dalle finestre delle loro abitazioni. Sui social media, sono stati pubblicati video in cui si vede la polizia in assetto antisommossa picchiare manifestanti, sparare o rompere i finestrini di auto parcheggiate a bordo strada.

Secondo rapporti non confermati ufficialmente, circa 190 persone, tra cui 28 minori, sono morte dall'inizio delle proteste, soprattutto nella provincia del Sistan-Baluchestan. Centinaia i feriti, tra loro alcuni non si sono recati in ospedale per curarsi e hanno chiesto consulenze mediche on-line a dottori iraniani residenti all'estero.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE