Cerca e trova immobili

UCRAINAUna nuova cortina di ferro separa l'Ucraina

05.10.22 - 14:15
Dopo i referendum di annessione, il transito tra le regioni occupate e il resto del Paese è diventato molto complicato
Imago
Un militare russo dirige un'auto per fermarsi al checkpoint di Vasylivka, nella regione di Zaporizhzhia (14 settembre)
Un militare russo dirige un'auto per fermarsi al checkpoint di Vasylivka, nella regione di Zaporizhzhia (14 settembre)
Una nuova cortina di ferro separa l'Ucraina
Dopo i referendum di annessione, il transito tra le regioni occupate e il resto del Paese è diventato molto complicato

KIEV - I referendum di annessione alla Russia, che si sono svolti nelle quattro regioni ucraine occupate (Donetsk, Luhansk, Kherson, Zaporizhzhia), sono stati dichiarati una farsa da Kiev, dalla Nato e dall’Unione Europea.

Anche il governo cinese ha chiesto il rispetto dell’integrità territoriale degli Stati. Addirittura c'è chi ha definito il voto una “buffonata”, eppure non priva di conseguenze. La fluidità delle frontiere tra le aree occupate dai russi rendeva, fino a prima del referendum, il passaggio verso Kiev ancora semplice. Ora la situazione sembra essere cambiata drasticamente. 

Il passaggio tra le zone occupate - La popolazione civile, malgrado i rischi della guerra, poteva ancora spostarsi tra le linee del fronte. A Vasylivka, sulla sponda orientale del fiume Dnipro, un punto di passaggio permetteva ai civili di recarsi nella vicina Zaporizhzhia non occupata.

I motivi del passaggio variavano dalla visitare i parenti all'acquisto di cibo, di medicinali, oppure alla semplice fuga dalle zone di guerra. In media, presso il centro di accoglienza vicino alla città di Zaporizhzhia, giungevano circa 1’000 persone al giorno.

Il 30 settembre, dopo l’annuncio dei risultati dei referendum di annessione, la polizia locale ha registrato un picco di 1’616 persone. Poi più niente, il flusso di civili si è praticamente arrestato. Il primo di ottobre sono giunte sole 50 persone e il giorno dopo il numero è sceso addirittura a otto. 

Migliaia di persone fermi in coda - Cifre in netto contrasto con quanto accadeva il giorno prima dei referendum di annessione. Le persone che vogliono lasciare le regioni occupate, o semplicemente oltrepassare il confine, non sono però diminuite. Anzi, i rapporti delle autorità del valico di Vasylivka parlano di file chilometriche di persone disperate che cercano di lasciare la regione.

«La fila per fuggire dai territori occupati supera le 4’500 persone», ha confidato il sindaco di Melitopol nella regione di Zaporizhzhia, Ivan Fedorov alla Bbc. «I civili stanno tentando ogni percorso possibile per lasciare la città».  Chi è riuscito a scappare prima del primo di ottobre è riuscito a oltrepassare il posto di blocco a Vasylivka in un paio d’ore. Ora i tempi di attesa si sono estesi a giorni.

Nessuno può passare - Lunedì il centro di accoglienza di Zaporizhzhia era quasi deserto. Il parcheggio dove erano disposte le barriere per organizzare l'arrivo dei civili in fuga era vuoto. Uno dei principali ostacoli dopo l'annessione sembra essere un nuovo modulo di uscita.

Tutti coloro che vogliono partire ora sono obbligati a completare una serie di formulari online e inviare tutto a Mosca. I tempi di attesa sono molto lunghi. «In poche parole è esattamente come fare domanda per un visto. Vogliono sottolineare che ora si tratta di una frontiera internazionale», ha raccontato un giovane ucraino sempre alla Bbc.

Il capo dell'amministrazione militare regionale ucraina di Zaporizhzhia, Oleksandr Starukh, ha affermato che la Russia sta cercando di costruire un vero e proprio «confine di stato» a Vasylivka. Fino a venerdì infatti non esisteva alcun modulo di uscita. Situazioni simili si verificano anche in altri valichi di frontiera.  

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE