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INDIAQuel leopardo (non in cattività) positivo al coronavirus

23.08.22 - 15:55
I test sulla carcassa, effettuati lo scorso ottobre, hanno rilevato una polmonite interstiziale
Depositphotos (RealityImages)
Fonte Ats Ans
Quel leopardo (non in cattività) positivo al coronavirus
I test sulla carcassa, effettuati lo scorso ottobre, hanno rilevato una polmonite interstiziale

NEW DELHI - Si amplia la gamma di animali vulnerabili all'infezione da Sars-CoV-2. Ricercatori indiani hanno identificato un leopardo selvatico positivo al virus. Il felide è morto per le ferite riportate nello scontro con un altro animale, ma l'autopsia, eseguita nell'ambito di un programma di sorveglianza, ha riscontrato le tipiche alterazioni polmonari da Covid. Il caso è stato descritto sulle pagine dello European Journal of Wildlife Research.

In India, fin dall'inizio della pandemia, è stato attivato un programma di screening del Covid negli animali selvatici. Questa attività finora aveva portato all'identificazione di quattro leoni asiatici positivi al virus. Queste infezioni, però, «sono state rilevate durante la fase di picco della pandemia e tutti i casi erano in cattività con stretti contatti con l'uomo», scrivono i ricercatori.

Il caso del leopardo indiano (Panthera pardus fusca) è diverso. L'animale è stato rinvenuto «in una riserva forestale situata ai piedi dell'Himalaya». La sua carcassa, inoltre, è stata scoperta a ottobre 2021 «quando i casi umani di Covid-19 erano scesi a meno di 10mila al giorno in India», scrivono. I test hanno rilevato una polmonite interstiziale indotta dal virus. Il genoma virale, appartenente alla variante Delta, è stato inoltre rilevato in vari organi tra cui il cervello.

Per i ricercatori, la scoperta merita attenzione: la possibilità che il virus Sars-CoV-2 trovi un serbatoio negli animali selvatici, oltre ad avere «implicazioni negative per la conservazione della fauna selvatica», «rappresenterebbe una sfida per il controllo e l'eliminazione del patogeno», scrivono i ricercatori. Inoltre potrebbe favorire l'emergere di nuove varianti pericolose.

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