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REGNO UNITOManifestare, un privilegio appeso sempre più a un filo

19.07.22 - 02:01
Il diritto di far sentire la propria voce è minacciato in modo crescente in tutte le regioni del mondo.
Imago
La repressione della polizia a Parigi del 16 gennaio 2021
La repressione della polizia a Parigi del 16 gennaio 2021
Manifestare, un privilegio appeso sempre più a un filo
Il diritto di far sentire la propria voce è minacciato in modo crescente in tutte le regioni del mondo.
È quanto ha dichiarato Amnesty International nella nuova campagna "Protect the Protest", volta a contrastare la tendenza dei governi a tacere l'opposizione.

LONDRA - «Dalla Russia allo Sri Lanka, dalla Francia al Senegal, dall'Iran al Nicaragua, le autorità statali stanno attuando una serie di misure per reprimere il dissenso organizzato». Questa la constatazione alla base del nuovo rapporto di Amnesty International, "Protect the Protest", volto a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'evoluzione preoccupante dell'atteggiamento di molti governi verso le dimostrazioni popolari.

Secondo l'organizzazione non governativa che protegge i diritti umani, «i manifestanti in tutto il mondo stanno affrontando un numero crescente di leggi e altre misure volte a limitare il diritto di manifestare. Queste misure spaziano dall'uso improprio della forza, all'espansione della sorveglianza illegale e alla chiusura di internet alla censura online».

Protect the Protest - «In questi anni abbiamo assistito ad alcune delle più grandi mobilitazioni di protesta degli ultimi decenni. Black Lives Matter, MeToo e i movimenti per il clima hanno ispirato milioni di persone in tutto il mondo a scendere in strada per chiedere giustizia» ha dichiarato Agnès Callamard, Segreteria generale di Amnesty International.

«Invece di agevolare il diritto di manifestare, i governi si stanno impegnando sempre di più per reprimerlo. Ecco perché abbiamo scelto questo momento per lanciare questa campagna. È ora di ricordare a gran voce a coloro che sono al potere il nostro diritto inalienabile di manifestare in modo libero, collettivo e pubblico», ha spiegato in seguito la Segretaria generale della ONG per i diritti umani.

Legislazioni restrittive - Una serie di questioni, tra cui la crisi ambientale, la crescente disuguaglianza, il razzismo sistemico e la violenza di genere, hanno reso l'azione collettiva sempre più necessaria. I governi hanno risposto introducendo leggi che impongono restrizioni illegittime al diritto di manifestare. Ad esempio, abbiamo assistito a divieti generalizzati di manifestazioni, come è accaduto in Grecia e a Cipro durante la pandemia di Covid19. Nel Regno Unito, una nuova legge contiene disposizioni che conferiscono agli agenti di polizia ampi poteri. 

Demonizzazione dei manifestanti - I governi di tutto il mondo giustificano le restrizioni sostenendo che manifestare costituisce una minaccia per l'ordine pubblico e stigmatizzando i manifestanti; li bollano come "disturbatori", "rivoltosi" o addirittura "terroristi". Ponendo i manifestanti sotto questa luce, le autorità hanno giustificato gli approcci di tolleranza zero: introducendo leggi sulla sicurezza vaghe e drastiche di cui abusano, impiegando una polizia dalla mano pesante e adottando misure di deterrenza preventive.  

Militarizzazione della polizia - Sebbene i Governi si siano a lungo affidati a tattiche aggressive per la gestione delle manifestazioni, negli ultimi anni le forze di sicurezza hanno aumentato l'uso della forza. Le cosiddette armi meno letali - tra cui manganelli, spray al peperoncino, gas lacrimogeni e proiettili di gomma - sono abitualmente utilizzate in modo improprio dalle forze di sicurezza. Inoltre, dai primi anni 2000, Amnesty International ha documentato una tendenza alla militarizzazione delle risposte statali alle proteste. 

Disuguaglianza e discriminazione - Le persone che subiscono disuguaglianze e discriminazioni sono anche più colpite dalle limitazioni al loro diritto di protestare e subiscono una repressione più dura. Ad esempio, le donne e le persone LGBTI sono confrontate con diversi tipi di violenza di genere, emarginazione, norme sociali e legislazione. In Paesi come il Sudan, la Colombia e la Bielorussia, le donne sono state aggredite sessualmente per aver partecipato alle proteste mentre in Turchia, ad esempio, per anni le marce del Pride sono state vietate. 

Contesto - Il diritto internazionale sui diritti umani protegge il diritto di manifestare attraverso una serie di disposizioni separate che forniscono al contesto delle manifestazioni una protezione completa. Anche se il diritto di manifestare non è codificato come un diritto separato nei trattati sui diritti umani, quando le persone si impegnano nelle manifestazioni, esercitano una varietà di diritti, che possono includere i diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica.

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