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UCRAINADemydiv, il paese che ha deciso di allagarsi

29.04.22 - 06:00
I residenti hanno ancora ora l'acqua nelle loro case, ma non hanno alcun rimpianto
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Demydiv, il paese che ha deciso di allagarsi
I residenti hanno ancora ora l'acqua nelle loro case, ma non hanno alcun rimpianto
La pensionata Antonina Kostuchenko: «Tutti capiscono e nessuno si pente per un momento: Abbiamo salvato Kiev!»

KIEV - Gli abitanti del paese ucraino di Demydiv, a nord di Kiev, hanno utilizzato una tattica insolita per impedire l'assalto da parte delle forze russe: hanno allagato gravemente e intenzionalmente tutto il loro insediamento, aprendo volontariamente una diga vicina.

L'acqua ha invaso le strade, e ha creato anche un pantano che reso impossibile il passaggio dei carri armati russi, guadagnando tempo prezioso per la difesa di Kiev.

La vicenda è stata raccontata dal New York Times, che ha parlato con i residenti della cittadina che lottano ancora con l'acqua nel loro villaggio, ma senza alcun rimpianto.

«Abbiamo salvato Kiev!»
Mentre sono al lavoro per recuperare provviste dalle cantine allagate, cercando di stendere i tappeti impregnati d'acqua e asciugare quanto più possibile i propri averi, i residenti di Demydiv non nascondo la loro soddisfazione. «Tutti capiscono, e nessuno se ne pente per un momento», ha detto ai giornalisti americani la pensionata Antonina Kostuchenko, il cui soggiorno è ora parzialmente ammuffito, con le linee d'acqua che arrivano fino a circa 30 cm. «Abbiamo salvato Kiev!», ha detto con orgoglio.

L'allagamento è avvenuto due giorni dopo l'invasione russa. Più tardi, i bombardamenti russi hanno danneggiato la diga, complicando gli sforzi per drenare l'area, e infatti ora, due mesi dopo, si vedono ancora gli abitanti passare per le strade su un gommone.

Autodistruzione tattica
Quello di Demydiv, seppur unico, non è un caso isolato a livello tattico. Nel senso che le forze ucraine non hanno mai esitato nel distruggere o colpire il proprio territorio, e le proprie infrastrutture, per complicare e rallentare l'avanzata dell'esercito russo, obbligando i loro veicoli corazzati a ripiegare su un terreno impraticabile, o meno favorevole.

Nella cronaca della guerra, che è ormai nel suo terzo mese, sono infatti più volte arrivati rapporti di ponti fatti saltare in area, strade bombardate e linee ferroviarie interrotte da parte delle forze di difesa. Una strategia che ha però un costo enorme per le infrastrutture civili del paese, colpite anche dall'esercito russo, e che ha gonfiato il prezzo della ricostruzione del paese dopo la guerra: il danno totale stimato alle infrastrutture di trasporto dopo due mesi di guerra è di circa 85 miliardi di dollari, ha stimato il governo di Kiev.

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