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Chi è Vladimir Solovyev, o “La voce di Putin”

La storia del più potente giornalista di Russia, sanzionato assieme agli oligarchi e con un pallino per l'Italia.
La storia del più potente giornalista di Russia, sanzionato assieme agli oligarchi e con un pallino per l'Italia.

«Attaccheremo di sicuro. Il mondo verrà ridotto in polvere». È quanto affermato, senza mezzi termini, da Vladimir Solovyev (anche noto per motivi di traslitterazione come Solovyov), giornalista, conduttore televisivo, scrittore e ottimo amico di Putin, tanto da essere definito come ‘la sua voce’. 58 anni, 8 figli da 3 mogli diverse e con un pallino per l'Italia dove ha cominciato a investire già dal 2009.

Ospite della trasmissione Mediaset “Dritto e Rovescio” di Paolo Del Debbio, andata in onda in Italia il 31 marzo scorso, non ha tradito le aspettative di chi conosce bene la natura delle sue esternazioni, lanciandosi in affermazioni quali: «C’è solo un Paese nel mondo che usa le armi nucleari e non è la Russia, né l’Italia, sono gli Stati Uniti d’America».

Secondo il conduttore televisivo russo, «L’Ucraina è uno stato nazista, che vi piaccia o no. Non solo tutti i russi lo pensano ma lo credono. L’80% della popolazione supporta le azioni di Putin in questo senso. Anche lo slogan della moderna Ucraina è nazista: “Gloria all’Ucraina, gloria all’eroe”. Sapete cosa dice la seconda parte? “Gloria alla nazione e ai suoi nemici” che è proprio lo slogan dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale».

Anche in occasione del suo intervento alla tv italiana, Solovyev ha ribadito il suo appoggio incondizionato al presidente Putin sostenendo che, se l’Ucraina venisse accettata dalla Nato, il conflitto in corso diverrebbe nucleare: «Nel giro di 15 minuti. Quindi non è l’Europa ma il mondo intero che verrebbe distrutto. Non c’è modo di vincere una guerra nucleare e in Russia lo sappiamo bene».

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Una carriera nel segno del Cremlino

Nato il 20 ottobre del 1963 a Mosca, Vladimir Solovyev, è figlio di un professore di economia politica e di una esperta d’arte al museo della Battaglia di Borodino. Nel 1980 si è diplomato alla British Special School n .27 di Mosca, prestigioso istituto dove venivano mandati a studiare i figli dei diplomatici e dei membri del Comitato del Pcus, per poi laurearsi, nel 1989, presso l’Istituto di Economia mondiale e relazioni internazionali di Mosca, dove è stato insegnante di matematica e fisica fino al 1990. 

Proprio negli anni ’90 ha inizio la sua carriera di conduttore, prima in radio e poi in televisione dove, dal 2005, presenta Domenica sera di Vladimir Solovyev’, sul canale russo Rossija1. La vera svolta, economica, arriva nel 1998 quando investe tutto quello che in azioni di Gazprom ricavandone un guadagno stellare.

Dal 2 settembre del 2018 è anche ospite, sullo stesso canale televisivo, del programma ‘Mosca, Cremlino, Putin’ dove, in un’ora di intervento, analizza i fatti riguardanti il presidente Putin nell’arco della settimana in corso, non mancando di sottolineare «il fisico meraviglioso» di Putin e il suo amore per i figli della Grande Madre Russia. Nel corso del suo intervento, Solovyov è arrivato a dire che «quando Putin parla con una madre o guarda i bambini, risulta chiaro quanto li ami. Ha un atteggiamento umano e sincero nei confronti dei bambini».

Reuters

L’atteggiamento del conduttore e dei suoi ospiti, invece, è sempre stato così smaccatamente celebrativo che il canale dell’opposizione Tv Dozhad non ha esitato a fare un parallelo con il culto della personalità proprio di Lenin. Anche lo storico oppositore di Putin, Alexey Navalny, ha avuto modo, in più occasioni, di polemizzare con il conduttore televisivo per le sue idee filo-governative.

E pensare che nel 2014, secondo quanto riportato da The Guardian, Solovyov era stato segretamente insignito, insieme ad altri giornalisti, di un premio, consegnato da Putin in persona, per la sua attività giornalistica, giudicata ‘oggettiva ed imparziale’, in occasione della guerra in Crimea.

Solovyev è anche autore di diversi libri di successo dai titoli esplicativi quali ‘Siamo russi, Dio è con noi’, e ‘Nemici della Russia’’. Da sempre, Solovyev si proclama un fervente patriota, in tutto e per tutto allineato con il volere del Presidente russo che descrive come «un leader forte, intelligente e di talento che ama la Patria e fa di tutto per rendere i russi orgogliosi del proprio Paese».

«Un soldato della guerra informativa»

Inutile dire che anche in occasione della invasione della Russia in Ucraina, il giornalista russo ha, fin da subito, dato il suo pieno sostegno a ogni decisione del Presidente, inondando i suoi profili social, che vantano migliaia di follower, di contenuti inerenti le dichiarazioni degli esponenti del governo russo e video di propaganda, tra cui tutti i discorsi del Presidente russo. Per questa sua attività, è stato prontamente ribattezzato «un soldato della guerra informativa».

Finito nella lista nera degli oligarchi russi da colpire con le dure sanzioni volute dai Paesi occidentali quali risposta all’invasione dell’Ucraina, il conduttore televisivo si è visto congelare dalla Guardia di Finanza, a fine marzo, due dimore di lusso, del valore di 8 milioni, site a Menaggio e Pianello del Lario, sul lago di Como. Entrambe sono state recentemente oggetto dell'attenzione di vandali che hanno provato a bruciarle e imbrattarle.

AFPLa villa di Solovyev a Pianello del Lario (CO), vittima dei vandali.

A proposito dei suoi possedimenti immobiliari in Italia, già nel 2019 Alexei Navalvy aveva diffuso dei video riguardanti le sue proprietà nel Comasco, insinuando il dubbio che l’oligarca avesse anche uno speciale permesso di soggiorno per risiedere in Italia. Tali sanzioni non lo hanno lasciato indifferente e, in linea con il suo stile, si è lanciato in una dura invettiva contro l’Europa, rea di aver leso i giusti diritti di un onesto cittadino russo.

«Mi hanno detto - ha affermato Solovyev - che l’Europa è una cittadella dei diritti, che tutto è permesso, questo è quello che hanno detto. So per esperienza personale dei cosiddetti sacri diritti di proprietà. A ogni transazione portavo dei documenti, il reddito, facevo tutto. Improvvisamente qualcuno prende una decisione che “questo giornalista è ora nella lista delle sanzioni“, e subito si ripercuote sul tuo immobile. Ma avevate detto che l’Europa ha dei diritti di proprietà sacri!».

D’altra parte, sulle sanzioni predisposte dai Paesi occidentali contro la sua amata ‘Grande Madre Russia’ aveva già avuto modo di esprimere il suo colorito pensiero dicendo che «Minacci la Russia con nuove sanzioni? Mettitele nel c...! Se pensate che ci fermeremo all’Ucraina, faremo 300 volte in più».

Quel sogno condiviso con Putin

Il sogno condiviso con Putin è la ricostituzione dell’Impero russo i cui confini si estendevano fino alla Germania, inglobando tutte le repubbliche balcaniche le quali sono già finite anche nel suo mirino.

 

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Durante un talk show, infatti, il politologo russo Sergej Mikheyev ha affermato che «L’Europa deve capire che otterrà un attacco nucleare se decidesse di mettere ai confini un contingente di mantenimento della pace della Nato. Devono capirlo anche i polacchi, non rimarrà più nulla della loro coraggiosa Varsavia. Varsavia sarebbe rasa al suolo in 30 secondi».

Una minaccia che Solovyov ha poi riassunto in modo molto chiaro, dicendo che «attaccheremo sicuramente, il mondo verrà ridotto in polvere (...) L’Ucraina è solo un passaggio intermedio della messa in sicurezza del mondo russo».

A tal proposito, in occasione del suo intervento alla trasmissione ‘Dritto e Rovescio’, Solovyov ha cercato di mitigare i toni, sostenendo che «se un ospite ha parlato di distruggere Varsavia in 30 secondi è stato un paradosso, l’avete interpretato male per una differenza culturale».

Rimane il fatto che Solovyev non si discosti in niente dal pensiero dello Zar, fungendo, al contrario, da cassa di risonanza della propaganda governativa. I suoi nemici giurati, Biden e Zelensky, sono gli stessi di Putin e contro di loro non risparmia i toni minacciosi e polemici. Per il giornalista russo, il presidente ucraino, è «un assassino» che sta portando al massacro il suo popolo.

 

«Ha ucciso persone in Donbass. Quante persone sono state uccise in Donbass in questo periodo? - ha chiesto Solovyev durante l’intervista con Del Debbio - non sono state nemmeno calcolate. Il 24 febbraio ha avuto la sua occasione», riferendosi al fallito negoziato che ha preceduto l’invasione russa.

Stesso discorso vale per Joe Biden che, a detta di Solovyev, si permette di appellare Putin come “macellaio” dimenticando gli errori, e orrori, commessi dalle truppe americane in Afghanistan e Iraq. Per quanto divisorio e rude, per quanto possa non piacere e si possa dissentire dal suo pensiero, Solovyov è la riprova di quanto sia condivisa, in Russia, la linea politica e militare voluta da Putin che riesce ad attrarre folti gruppi di fedelissimi rispolverando idee imperialiste che si credevano morte e sepolte.