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ITALIAMilano sempre più ostaggio delle baby gang

01.03.22 - 06:32
Le bande giovanili si danno appuntamento via social per "fare rissa" e controllare il "territorio"
Foto Tio/20Minuti
Milano sempre più ostaggio delle baby gang
Le bande giovanili si danno appuntamento via social per "fare rissa" e controllare il "territorio"
La cronaca di un sabato notte qualunque nella metropoli lombarda tra rapine, accoltellamenti e corse in ospedale.

MILANO - Una Milano in subbuglio, sempre più agitata e violenta. Dove le notti non finiscono mai. Altro che “Milano da bere” come recitava uno spot degli anni ’80. A Milano la notte fa paura. Sempre di più. E a spaventare i milanesi e non solo, sono i più piccoli. Il fenomeno delle baby gang è sempre di stretta cronaca e attualità. Dopo l’escalation dello scorso anno culminata con i fatti, gravissimi, della notte di Capodanno, non accenna ad abbassarsi la curva di violenza e paura che - soprattutto dopo una certa ora, quando il livello del tasso alcolico inevitabilmente si alza - fa della città un posto sempre più pericoloso.

Notti di ordinaria follia - Difficile anche districarsi tra i vari dispacci di agenzia, comunicati della forze dell’ordine e denunce dei vari comitati di quartiere. Il Corriere della Sera, una settimana fa, ha provato, senza troppe difficoltà purtroppo, a raccontare un sabato notte come fosse la telecronaca di una partita di calcio. Si comincia in piazza Gae Aulenti dove un gruppo di ragazzi si avvicinano ad altri giovani, li accerchiano, rapinano un 18enne del cellulare. Pochi minuti dopo in via Fratelli Castiglioni, c’è il secondo tempo: dei ragazzi vengono alle mani, poi un gruppo si allontana. Uno di loro, un italiano 20enne, zoppica leggermente. È stato accoltellato. Sarà soccorso dai medici e trasportato al Niguarda. Passano altri minuti, in Corso Como due ragazzi si affrontano tra la folla. Uno in particolare si scaglia con foga sull’altro, un 19enne, che viene accoltellato al braccio e finisce al Policlinico. Dieci minuti dopo, non molto distante, in viale Pasubio, alcuni ragazzi rincorrono un 15enne che prova a distanziarli gettando a terra un bidone della spazzatura. Sarà rapinato di 100 euro e due cellulari, colpito con un fendente al gluteo, trasportato al San Raffaele. Tutto in una notte, in una sola notte, in poche ore di ordinaria follia, o peggio, violenza.

La violenza via social - Sono quelli che potrebbero essere tranquillamente nostri figli o nipoti. Il collante è il disagio sociale e la difficoltà di immaginare un possibile riscatto in chiave positiva. Ma è altrettanto vero che le baby gang milanesi si sono digitalizzate. Li si vede sui social network, divenuti la loro nuova casa, virtuale, con una pistola in pugno o, magari, un video con un colpo sparato in area. E sotto, una musica trap in francese. Instagram e Telegram sono i social più utilizzati. Anche per darsi appuntamento, per radunarsi. Ci si trova per «fare rissa», assistere a pestaggi, sparare fuochi d’artificio, incendiare cestini dell’immondizia o mettere in scena piccole rapine: pochi soldi, cellulari, droga. Trattasi di gruppi estremamente mobili sul territorio, che si identificano spesso con ostentata e ingiustificata fierezza con i quartieri di provenienza, millantando un "controllo" della zona che in realtà non hanno, ma che li fa sentire forti.

«Non siamo ancora al picco» -Le istituzioni provano a contrastare il fenomeno. Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della Polizia a Repubblica ha dichiarato: «Da più di dieci anni ci portiamo dietro un malessere e una sofferenza giovanile che ora, dopo due anni di pandemia, di didattica a distanza, di mancanza di socialità, di divieti di assembramento, sta sfociando in una violenza sempre più diffusa. È il fallimento della famiglia, della scuola, della Chiesa, delle agenzie sociali primarie. E come dice il procuratore dei minori di Milano Cascone, non siamo ancora al picco e il web costituisce un grande pericolo».

Da dove arrivano e dove colpiscono le bande
Più 10 per cento di minori denunciati o arrestati (circa 25.000 nel 2021), più 20% di reati per lesioni personali, danneggiamento, minacce, omicidio doloso, rapina, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Sono i dati dell’ultimo report del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale sui minori nel periodo della pandemia in Italia. La Lombardia, Milano in particolare, è uno dei centri nevralgici del fenomeno. Il raggio d’azione della baby gang milanesi si basa su quello che interpretano e definiscono come "proprio territorio" o nelle zone immediatamente limitrofe (come nei casi di via Gola o di Selinunte), mentre in altri casi si recano in "trasferta" in altre zone considerate più ricche, dove è più facile trovare prede da assaltare, come ad esempio nei casi di Moscova, Sempione, City Life, Cinque Giornate. Le Zone di appartenenza ora vengono chiamate Blocco o Bk: Banlieue Z8, Giambellino Banlieue e la Barrio Banlieue, della Barona.

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