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OLANDALa solitudine si combatte al supermercato

02.02.22 - 06:00
Spuntano casse lente per permettere alle persone di parlare ed essere meno sole.
Imago
La solitudine si combatte al supermercato
Spuntano casse lente per permettere alle persone di parlare ed essere meno sole.
In Europa una persona su quattro nel 2021 ha dichiarato di soffrire di solitudine e depressione.

AMSTERDAM - La fretta, il nervosismo, l’aspettare il proprio turno insofferenti. Scene viste e vissute in fila alle casse dei supermercati. Ma in tempi di pandemia c’è chi ha trasformato in virtù questo aspetto negativo del fare la spesa. Si chiameranno Kletskassa e sono le casse “lente” riservate in Olanda dalla catena di supermercati Jumbo alle persone anziane ma in generale a tutti coloro che hanno bisogno di scambiare quattro chiacchiere mentre fanno la spesa. Una iniziativa del governo olandese contro la solitudine da pandemia, con il quale l’esecutivo di Mark Rutte si propone di combattere la piaga dell’isolamento degli anziani. Casse a scorrimento lento sono in funzione anche in alcuni market della catena olandese Albert Hejin, mentre in Scozia dopo Tesco anche il marchio Sainsbury' s ha aperto delle “relaxed lanes file relax”, in cui l'imperativo è passare un tempo piacevole in coda a fare amicizia con gli altri clienti.

Sono tutte soluzioni per alleviare il sentimento di solitudine. Già, perché tra i tanti aspetti della vita che sono stati stravolti dagli ultimi due anni di pandemia ci sono anche le relazioni sociali. Vaccino o non vaccino, le 4 ondate di covid hanno messo in crisi le relazioni interpersonali. Il distanziamento, le varie restrizioni, hanno finito per cambiare le interazioni con gli altri. Ed in tanti si sono sentiti più soli. A tutte le latitudini e a tutte le fasce d’età.

Uno su quattro soffre di solitudine - Un cittadino dell'Ue su quattro ha riferito nel 2021 di aver sofferto di solitudine durante la pandemia di Covid-19. È quanto emerso da una indagine che ha analizzato come è evoluta la percezione della solitudine per gli europei di tutte le età durante l'emergenza coronavirus rispetto agli anni precedenti. I risultati dello studio sono stati analizzati in un rapporto pubblicato dal Centro comune di ricerca della Commissione Ue (Jrc), in collaborazione con il Parlamento europeo. Paradossale che secondo l'analisi i più colpiti siano stati proprio i giovani. In particolare, nella fascia tra i 18 e i 35 anni, la percentuale di soggetti che ha riferito di aver sofferto la solitudine è quadruplicata rispetto al 2016. La chiusura di alcune attività, soprattutto dei luoghi di ritrovo come le discoteche, hanno ridotto di molto le occasioni, specie nei mesi invernali, quelli più soggetti ai picchi del contagio, di occasioni di convivialità a cui i giovani erano abituati. Alice Gray, neuroscienziata britannica di 29 anni, spiega alla BBC di aver combattuto in prima persona la solitudine durante la quarantena: «Le persone sole hanno il doppio di possibilità di soffrire di patologie mentali, e la solitudine è considerata un rischio sanitario maggiore di fumo o obesità».

Giovani depressi e ansiosi - Una ricerca, pubblicata su JAMA Pediatrics, che ha incluso 29 studi condotti su oltre 80mila giovani, ha dimostrato che oggi un adolescente su quattro, nel mondo, ha i sintomi clinici di depressione e uno su 5 segni di un disturbo d'ansia. Per gli esperti della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia, dove la tematica è stata dibattuta, questo diffuso disagio mentale rischia di mettere una seria ipoteca sulla salute futura dei ragazzi.

Soluzioni - Al tempo stesso sono nate diverse iniziative per porre rimedio all’isolamento e alla asocialità del momento. Ci sono supermercati, in Scozia e Olanda dove poter fare chiacchiere in compagnia alle casse (vedi articolo sopra). Nel Regno Unito il Royal College of General Practitioners, l'organismo professionale dei medici di medicina generale, ha redatto un piano d'azione contro la solitudine, sottolineando che «la solitudine e l'isolamento sociale possono avere effetti negativi sui pazienti tanto quanto patologie croniche a lungo termine aumentando del 50% il rischio di morte prematura». Così è nato il “Social prescribing” ideato per dare un nome formale a una serie di servizi non clinici, tra cui anche lezioni di ballo, corsi di giardinaggio o semplici chiacchiere in gruppo, che vengono prescritti da un professionista sanitario.

Nella vicina penisola sono state diverse le iniziative a livello locale dai vari servizi sociali, come il Teatro Express, un’idea nata dagli attori della compagnia teatrale Peso Specifico di Modena che hanno portato gli spettacoli su pianerottoli e cortili di casa dando modo di scegliere sul loro sito il monologo preferito e di poterlo regalare come regalo di Natale. In Lettonia, come in altri paesi, ha preso piede l’iniziativa Let's Talk (Parunāsim), un progetto sociale finanziato dall'UE che gestisce un call center specializzato nel combattere la solitudine.

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