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CINAIl Covid fa paura: stop alla vendita dei biglietti per i Giochi Olimpici di Pechino

17.01.22 - 23:30
Gli organizzatori scelgono di rafforzare ulteriormente la "bolla" che dovrà avvolgere atleti e addetti ai lavori
keystone-sda.ch / STF (ROMAN PILIPEY)
Stop alla vendita dei biglietti per le Olimpiadi invernali di Pechino.
Stop alla vendita dei biglietti per le Olimpiadi invernali di Pechino.
Il Covid fa paura: stop alla vendita dei biglietti per i Giochi Olimpici di Pechino
Gli organizzatori scelgono di rafforzare ulteriormente la "bolla" che dovrà avvolgere atleti e addetti ai lavori

PECHINO - Il Comitato Olimpico Internazionale (Cio) ha annunciato un'importante novità in merito ai Giochi Olimpici e Paralimpici invernali di Pechino, che sono ormai imminenti - dal 4 al 20 febbraio le Olimpiadi, dal 4 al 13 marzo le Paralimpiadi.

La scelta degli organizzatori - In un comunicato odierno si legge che «data l'attuale situazione della pandemia di Covid-19, al fine di garantire la sicurezza di tutti i partecipanti e degli spettatori, è stato deciso che i biglietti non devono più essere venduti ma devono far parte di un programma adattato che inviterà gruppi di spettatori a essere presenti in loco durante i Giochi». Qualsiasi spettatore sarà chiamato a rispettare rigorosamente le misure anti-Covid «prima, durante e dopo ogni evento in modo da contribuire a creare un ambiente assolutamente sicuro per gli atleti».

Già lo scorso mese di settembre, al momento della pubblicazione delle linee guida di svolgimento dei Giochi, era stato comunicato che non ci sarebbe stato un pubblico internazionale - in base a quella che è la politica preventiva di chiusura dei confini. Non è chiaro come avverrà la distribuzione dei ticket e quali saranno i criteri di selezione.

Cina e focolai - È l'inevitabile conseguenza del momento delicato che sta vivendo la Cina. Si è alla disperata ricerca di contenere al minimo i focolai che sono stati identificati in alcune province, in vista proprio delle Olimpiadi e del Capodanno lunare del 1° febbraio e delle conseguenti vacanze. In megalopoli come Tianjin è stato disposto lo screening dell'intera popolazione di poco meno di 14 milioni di persone, con decine di migliaia d'individui messi in quarantena o isolati dopo il riscontro di qualche decina di positivi. Proprio la città portuale della Cina settentrionale ha registrato lunedì un balzo nelle infezioni: i nuovi casi sintomatici acquisiti localmente sono 80, secondo la Commissione sanitaria nazionale, contro i 33 di domenica. Si tratta del più grande aumento dall'inizio del mese.

La "bolla" - Tornando alle Olimpiadi, gli organizzatori cercheranno di dare vita a una "bolla" che dovrebbe consentire di mantenere atleti e addetti ai lavori isolati dal resto della popolazione. Il fatto che il focolaio attivo di Tianjin sia a 30 minuti di treno dalla capitale non può non preoccupare le autorità cittadine. La circolazione ferroviaria tra le due città resta limitata, proprio nel timore che il virus possa diffondersi.

Il contagio venuto via posta - Pechino si è trovata alle prese sabato con il primo caso di positività alla variante Omicron, in una donna che non aveva lasciato la città nelle due settimane precedenti e che non risultava contatto stretto di nessun contagiato. Le autorità sanitarie cittadine ipotizzano che la donna potrebbe essere stata contagiata da una lettera spedita dalla città canadese di Toronto il 7 gennaio e risultata contaminata: i ceppi di Omicron individuati, secondo il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie di Pechino, sarebbero simili a quelli che circolano a Singapore e in Nordamerica. Per evitare ulteriori episodi del genere le autorità postali hanno ordinato che tutta la corrispondenza proveniente dall'estero dovrà essere sanificate e le misure anti-contagio per i lavoratori del settore dovranno essere potenziate.

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