Cerca e trova immobili

GERMANIA«Ci aspettiamo per Natale il triste picco del carico delle terapie intensive»

03.12.21 - 16:20
«Non si può perdere tempo, non bisogna perdere neppure un giorno» secondo il presidente del Robert Koch Institut
keystone-sda.ch / STF (Martin Meissner)
Il picco nelle terapie intensive tedesche è atteso per Natale.
Il picco nelle terapie intensive tedesche è atteso per Natale.
Fonte Ats Ans Akr
«Ci aspettiamo per Natale il triste picco del carico delle terapie intensive»
«Non si può perdere tempo, non bisogna perdere neppure un giorno» secondo il presidente del Robert Koch Institut

BERLINO - «Ci aspettiamo per Natale il triste picco del carico delle terapie intensive» in Germania a causa dei contagi da Covid. Lo ha detto oggi in conferenza stampa a Berlino il ministro della Salute Jens Spahn, commentando lo sviluppo della pandemia.

Ieri sono state approvate nuove misure, quali il lockdown federale per i non vaccinati, con l'estensione del 2G al commercio al dettaglio e la riduzione dei contatti. Dopo tre giorni consecutivi di lieve calo dell'incidenza settimanale questa è salita di nuovo oggi, stando ai dati del Robert Koch Institut. Da settimane Laender come Baviera, Sassonia e Turingia sono in forte difficoltà e decine di pazienti vengono trasferiti in altri Laender. «È troppo presto per parlare di una inversione del trend» ha affermato il presidente del Robert Koch Institut, Lothar Wiele.

Wieler ha anche sottolineato che «non si può perdere tempo, non bisogna perdere neppure un giorno». «Le misure decise ieri vanno anche rispettate e implementate», diversamente da quanto accaduto nei mesi scorsi, ha aggiunto.

Torna ad aumentare il lavoro ridotto - Nel frattempo il numero di dipendenti in lavoro ridotto è aumentato per la prima volta da febbraio: in novembre è salito a 608'000, rispetto ai 598'000 di ottobre. La quota è dell'1,8% della forza lavoro. Le cifre sono stime dell'Istituto Ifo basate sui suoi sondaggi e sui dati dell'Agenzia federale tedesca per l'occupazione.

Nel settore manifatturiero, il numero è passato da 271'000 a 302'000 persone (4,3%). «Il collo di bottiglia della recessione causato dalla mancanza di prodotti intermedi si sta facendo sentire», afferma Stefan Sauer, esperto presso l'Ifo. Prima della pandemia, ne febbraio 2020, il numero dei dipendenti a lavoro ridotto era di 134'000; poi è balzato a 2,6 milioni nel marzo 2020 e ha raggiunto il record di 6 milioni in aprile.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE