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Regno UnitoCambiamenti climatici: la top 10 delle pagine Facebook per disinformazione

04.11.21 - 23:00
Sean Buchan, ricercatore: «Sta diventando pericoloso. A questo ritmo, potrebbe causare dei danni seri nel mondo reale»
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Cambiamenti climatici: la top 10 delle pagine Facebook per disinformazione
Sean Buchan, ricercatore: «Sta diventando pericoloso. A questo ritmo, potrebbe causare dei danni seri nel mondo reale»

LONDRA - Cop26, Facebook e crisi climatica. La trinità. Una è in corso, l'altra se la passa male e l'ultima incombe. E in uno studio appena pubblicato sono tutte protagoniste. Un gruppo di ricercatori ha rivelato che la disinformazione sui cambiamenti climatici su Facebook sta «aumentando enormemente» e la causa principale sono dieci pagine.

Centinaia di migliaia di post - Ogni mese la grande effe viene visitata da 2,9 miliardi di utenti. Che scrollano e leggono e mettono like o faccina arrabbiata. E uno studio rilasciato oggi su Avaaz dal gruppo di analisi indipendente Real Facebook Oversight Board e da Stop Funding Heat, organizzazione ambientale nonprofit, stima che 818mila di questi post sminuiscono o negano la crisi climatica. E hanno ricevuto 1,36 milioni di visualizzazioni, con un aumento delle interazioni dagli scorsi anni del 76,7%. Interpellato dal Guardian, Sean Buchan, ricercatore di Stop Funding Heat, ha spiegato che «questo aumento della disinformazione sul clima sta diventando pericoloso. A questo ritmo, potrebbe causare dei danni seri nel mondo reale».

I post in questione, viene spiegato nella pubblicazione, «sono tutti quelli che negano la crisi climatica, che promuovono l'inattivismo, dicendo che ormai è troppo tardi, e che propongono soluzioni inefficaci. La narrativa più comune che abbiamo riscontrato nella nostra base dati è dire che le energie rinnovabili come il vento sono inefficaci, inaffidabili e pericolose». In tutto lo studio ha considerato 195 pagine e 41 di queste hanno nomi come "Climate change is natural" o "Climate realisme".

La top 10 - Sempre questa settimana un altro studio ha portato alla luce la quantità d'informazioni sbagliate condivise su Facebook. Il Center for Countering Digital Hate ha scoperto che solo dieci pagine sono responsabili del 69% della disinformazione sul clima. E sono Breitbart News, un sito di notizie di estrema destra; Townhall Media, Western Journal, The Washington times, Daily wire, tutti editoriali di stampo conservatore; Newsmax, che in passato è stato accusato di aver promosso cospirazioni di frode elettorale; Media Research Center, un Ong che riceve fondi dalla compagnia petrolifera Exxon; The Federalist Papers, che ha scritto articoli di disinformazione sul Covid; Patriot post, i cui giornalisti usano degli pseudonimi, e Russian state media.

Facebook risponde - Nel caso del primo studio citato, dal team Zuckerberg non è arrivata risposta. Anzi ha deciso di non rimuovere le pagine. Questo nonostante i ricercatori scrivano: «Qui è dove collidono le ambizioni della Cop26 e la rivelazione dei Facebook Paper. Perché, dati alla mano, il social network è tra i maggiori fornitori di disinformazione sul clima».

Nel secondo caso ha indetto una conferenza stampa dove un portavoce ha dichiarato che «il Center for Countering Digital Hate ha utilizzato una metodologia inesatta e questo solo per allontanare gli utenti Facebook».

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