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STATI UNITIIn California gli incendi inarrestabili ora minacciano anche le sequoie

19.09.21 - 15:41
In fiamme da agosto, le foreste californiane non sono mai state così martoriate: «È una cosa che ti spezza il cuore»
keystone-sda.ch (National Park Service HANDOUT)
In California gli incendi inarrestabili ora minacciano anche le sequoie
In fiamme da agosto, le foreste californiane non sono mai state così martoriate: «È una cosa che ti spezza il cuore»

SAN FRANCISCO - Brucia da ormai più di un mese, ininterrottamente, la California con alcuni fuochi enormi (e uno verso il record assoluto) e anche diversi incendi selvaggi più piccoli, ma non meno violenti. Uno di questi, scrive il Guardian, starebbe minacciando anche le colossali e secolari sequoie.

I giganteschi alberi, che normalmente resistono agli incendi e anzi li sfruttano per riprodursi, rischiano di trovarsi in difficoltà - quest'anno - a causa dell'eccezionale veemenza delle fiamme. Per questo motivo gli attivisti hanno ricoperto parte dei tronchi con uno strato di pellicola di alluminio termoresistente.

Una pratica diffusa nella regione (ci sono anche foto che raffigurano abitazioni completamente ricoperte) per schermare tanto dalle fiamme quanto dai lapilli e dal fumo. Malgrado queste precauzioni l'anno scorso da 7'500 a 10'600 sequoie erano state distrutte, circa il 10/14% del totale esistente. «Se ci penso, mi si spezza il cuore», conferma Tim Borden, responsabile dell'associazione di tutela delle sequoie Save the Redwoods League.

Sebbene gli incendi non siano una rarità nei boschi californiani, l'estrema siccità - frutto del cambiamento climatico, dicono gli scienziati che parlano di un'escalation misurabile negli ultimi 30 anni - ha portato a un sottobosco particolarmente secco e combustibile. Al momento sono circa 7'000 gli incendi selvaggi che ardono nelle aree boschive e hanno distrutto 3'000 case e incenerito almeno 3'000 miglia quadrate di terra, stando ai dati ufficiali del Dipartimento forestale della California.

Fra questi c'è senza dubbio il Dixie Fire, che è un po' il “feu monstre” di quest'estate. Attivo da più di quattro settimane, contenuto solo parzialmente (71%) si sta via via avvicinando - sebbene nell'ultima settimana abbia rallentato parecchio - al milione di acri bruciati (al momento siamo a circa 960mila) e diventare quello che in tecnicamente viene chiamato "gigafire". Il secondo dopo l'August Fire dell'anno scorso che con i suoi 1'032'648 acri divorati è stato il più dannoso della storia dello Stato. 

Dietro al Dixie Fire, ma con un distacco evidente, troviamo il Caldor Fire - che imperversa meno (poco meno di 220mila acri) ed è ugualmente contenuto (71%). A determinarne il futuro di questi, e altri, roghi saranno le condizioni atmosferiche. In questo senso c'è un cauto ottimismo: nei prossimi giorni non è previsto vento forte e in alcuni casi ci saranno anche lievi precipitazioni.

«È in parte positivo», spiega la portavoce di pompieri Rebecca Paterson, «gli incendi continueranno a crescere, ma in maniera più moderata».

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