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AUSTRIAKurz è categorico: «Non accoglieremo nessun afghano in fuga, non sotto il mio potere»

14.09.21 - 09:08
«La nostra posizione è realista: l'integrazione è molto difficile» ha dichiarato il cancelliere
keystone-sda.ch (CLEMENS BILAN)
Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz è categorico: «Non accoglieremo nel nostro Paese nessun afghano in fuga, non sotto il mio potere».
Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz è categorico: «Non accoglieremo nel nostro Paese nessun afghano in fuga, non sotto il mio potere».
Fonte Ats Ans
Kurz è categorico: «Non accoglieremo nessun afghano in fuga, non sotto il mio potere»
«La nostra posizione è realista: l'integrazione è molto difficile» ha dichiarato il cancelliere

VIENNA - «Non accoglieremo nel nostro Paese nessun afghano in fuga, non sotto il mio potere». Lo dice in un'intervista al quotidiano italiano La Stampa Sebastian Kurz, il 35enne cancelliere austriaco.

«È chiaro a tutti - spiega Kurz - che la politica del 2015 sui rifugiati non può essere la soluzione, né per Kabul né per l'Unione europea. Con più di 44mila afghani entrati nel nostro Paese in questi anni, l'Austria ospita già la quarta più grande comunità afghana nel mondo, se consideriamo la distribuzione di migranti per numero di abitanti».

Solo quest'anno, «da noi sono arrivati circa 8.000 rifugiati, di cui un quinto da Kabul, attraverso la rotta balcanica tuttora aperta», aggiunge il cancelliere austriaco. «La nostra posizione è realista: l'integrazione degli afghani è molto difficile e richiede un dispendio di energie che non possiamo permetterci».

Quando si dice «che non siamo solidali, questo non è vero. Ci stiamo concentrando sul sostegno ai Paesi vicini all'Afghanistan e stanziamo 20 milioni di euro a questo scopo: per fornire protezione e assistenza agli afghani nella regione». I drammatici sviluppi a Kabul «hanno colto tutti di sorpresa». Ora secondo Kurz l'Europa deve esercitare «una pressione massiccia sui talebani, affinché continuino a rispettare i diritti delle donne e i diritti umani».

Inoltre bisognerebbe concentrarsi «a dare sostegno agli Stati confinanti, perché si prendano cura dei rifugiati e della lotta contro il terrorismo islamico, specialmente l'Isis-K». L'Europa «deve collaborare ancora di più nella lotta contro il terrorismo islamico».

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