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EUROPAL'Ue teme la crisi dei profughi, la Grecia alza un muro

21.08.21 - 19:14
Atene corre ai ripari e costruisce una barriera di 40 chilometri.
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Fonte ats ans
L'Ue teme la crisi dei profughi, la Grecia alza un muro
Atene corre ai ripari e costruisce una barriera di 40 chilometri.
Si calcolano 3,7 milioni di sfollati interni, composti all'80% da donne, ragazze e bambini.

BRUXELLES  - Se i 26 partner dell'Unione europea sono preoccupati per una possibile crisi di richiedenti asilo dall'Afghanistan, la Grecia - in prima linea nel 2015, quando arrivarono oltre un milione di profughi soprattutto dalla Siria - trema. E di fronte al caos e alla violenza nel Paese asiatico, Atene è già corsa ai ripari, con la costruzione di una barriera di 40 chilometri al confine con la Turchia, dotata di un sistema di sorveglianza.

3,7 milioni di sfollati - Un argine fisico per arrestare la marea umana in fuga dalla ferocia dei talebani, che Bruxelles immagina di poter contenere anche grazie a «partnership con i Paesi terzi», e aiuti umanitari generosi, per restituire una prospettiva futura ai 3,7 milioni di sfollati interni, composto all'80% da donne, ragazze e bambini.

Una questione morale - «Aiutare è una responsabilità morale, non solo quanti arrivano, ma anche chi resta nel Paese. Stiamo lavorando per aumentare gli aiuti umanitari. Per il 2021 avevamo pianificato un pacchetto da 57 milioni, ma dobbiamo incrementare. Presto faremo una proposta», ha annunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, in Spagna col leader del Consiglio, Charles Michel, e l'Alto rappresentante, Josep Borrell, per una visita all'hub che ospita i collaboratori afghani delle istituzioni europee messi in salvo dall'inferno di Kabul.

Un tema, quello dei potenziali flussi dal neo-Emirato islamico, che sarà affrontato anche dal G7 della prossima settimana, quando von der Leyen rivolgerà un appello ai Paesi affinché aumentino le quote a disposizione per reinsediare i più vulnerabili attraverso percorsi sicuri.

L'accordo con la Turchia - Ma nel frattempo la Grecia si è attrezzata. «Non possiamo aspettare passivamente un eventuale impatto», si è giustificato il ministro per la Protezione dei cittadini, Michalis Chrisochoidis, assicurando: «Le nostre frontiere saranno inviolabili», pronti anche a respingere verso la Turchia, in virtù dell'accordo da 6 miliardi, siglato con Ankara all'epoca dell'esodo siriano.

L'iniziativa degli ellenici scaturisce anche dai colloqui del premier, Kyriakos Mitsotakis, col presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che a sua volta - già da tempo - ha fatto avviare la costruzione di un muro anti-migranti di 295 km alla frontiera con l'Iran, di cui 156 già completati. Erdogan ha messo in guardia rispetto alla marea umana in arrivo, se non saranno apportati rimedi, avvertendo: «La Turchia non sarà il magazzino dei profughi» europei.

Tra i Paesi confinanti con l'Afghanistan, appare difficile che Islamabad si voglia far carico dei profughi. Circa tre milioni di richiedenti asilo afghani vivono in Pakistan da decenni, ma il governo, che ha issato recinzioni al confine, ha fatto sapere di aver raggiunto il tetto massimo. L'Iran ha invece organizzato campi temporanei lungo la sua frontiera orientale, mentre il Tagikistan il mese scorso si era detto disponibile ad accogliere 100 mila sfollati.

12 mila evacuati - Secondo il Guardian sono almeno 12 mila le persone evacuate dall'aeroporto di Kabul, tra occidentali e afghani. La maggior parte, circa 7'000, è fuggita via su aerei cargo dall'esercito americano. Il Regno Unito mercoledì aveva dichiarato di aver trasferito circa 1.200 persone, mentre venerdì la Germania venerdì circa 1'700. La Turchia 550, mentre Francia e Italia circa 500 ciascuno.

Alcuni afghani, per lo più civili che hanno lavorato con gli Stati Uniti, saranno temporaneamente ospitati in Albania, Kosovo o Macedonia del Nord in attesa dei visti Usa. I tre Paesi, che riceveranno un numero concordato di profughi afghani a partire da questo fine settimana, sono i primi in Europa a impegnarsi a un accordo di transito con gli americani. Gli Stati Uniti si sono impegnati ad accogliere 10'000 persone, mentre l'Australia 3'000. Il Regno Unito 20 mila, così come il Canada. I Paesi europei ancora non hanno definito le loro disponibilità. Bruxelles li sollecita.
 
 

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COMMENTI
 

Princi 2 anni fa su tio
mandiamoli tutti a Bruxelles

seo56 2 anni fa su tio
Grande Grecia 👏🏻👏🏻
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