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EL SALVADORCondannata a 30 anni di carcere per un presunto aborto, oggi è libera

08.06.21 - 21:30
Sara Rogel era stata arrestata nove anni fa per «omicidio aggravato», in seguito ad una caduta
Reuters
Condannata a 30 anni di carcere per un presunto aborto, oggi è libera
Sara Rogel era stata arrestata nove anni fa per «omicidio aggravato», in seguito ad una caduta

SAN SALVADOR - Arrestata all'età di 20 anni per un presunto aborto, e quindi condannata a 30 anni di carcere nel 2013 per «omicidio aggravato», Sara Rogel è riuscita ieri ad ottenere la libertà condizionale, festeggiando con i parenti ciò che pochi anni fa sembrava un miraggio.

La giovane, poco meno di dieci anni fa, era stata portata in ospedale con un'emorragia, attribuita ad una caduta, che l'ha portata a perdere il bambino. Tuttavia, El Salvador, un paese conservatore e principalmente cattolico, ha una delle leggi più severe al mondo sull'aborto, senza eccezioni né in caso di stupro né in caso di pericolo di vita per la madre, riporta la Bbc.

Allora, anche Sara è stata perseguita e condannata «per omicidio aggravato». Sentenza che dopo una lotta serrata è stata ridotta a 10 anni a gennaio, e che le ha permesso di ottenere ora la libertà condizionale.

«Sara è stata privata della libertà per quasi nove anni» per una sentenza «ingiusta», ha detto l'avvocato Karla Vaquerano all'agenzia di stampa AFP. La famiglia ha sempre combattuto per l'innocenza della ragazza, che «è caduta mentre lavava i vestiti», e «non aveva intenzione di abortire» hanno dichiarato più volte i parenti.  

«Mentre era in lutto per la perdita della sua gravidanza, Sara sarebbe dovuta stare con la sua famiglia. Invece è stata ingiustamente imprigionata per nove anni», ha dichiarato invece l'attivista Morena Herrera all'agenzia di stampa Reuters. Anche altri gruppi per i diritti umani hanno denunciato l'accaduto: «Non avrebbe mai dovuto essere incarcerata».

Sebbene Sara debba ora rispettare una serie di limitazioni temporanee, come l'impossibilità di lasciare il Paese, oggi ha potuto riabbracciare i famigliari.

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