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INDIAAllarme “fungo nero” in India: «Muore un malato su due»

22.05.21 - 18:38
Il Paese, già confrontato con la drammatica seconda ondata del coronavirus, deve fare i conti con questa rara infezione.
Keystone
Una donna infetta dal "fungo nero" viene trasferita nel reparto di mucormicosi di un ospedale ad Ahmedabad.
Una donna infetta dal "fungo nero" viene trasferita nel reparto di mucormicosi di un ospedale ad Ahmedabad.
Fonte ats ans
Allarme “fungo nero” in India: «Muore un malato su due»
Il Paese, già confrontato con la drammatica seconda ondata del coronavirus, deve fare i conti con questa rara infezione.
Già migliaia i casi registrati in tutta la Nazione di questa complicazione legata in maniera indiretta al Covid-19. Le autorità sanitarie: «Venga dichiarata l'epidemia».

NEW DELHI - Non era sufficiente una delle epidemie di coronavirus peggiori al mondo per virulenza e letalità, agli indiani adesso tocca fare i conti anche con la diffusione sempre più preoccupante di una micosi mortale, il cosiddetto "fungo nero", ultima orribile complicazione legata in maniera indiretta al Covid-19 che sta funestando il subcontinente.

Sono migliaia le persone che nelle ultime settimane hanno sviluppato la micosi, solitamente molto rara ma che porta alla morte nel 50% dei casi, uno su due. Un'ondata d'infezioni attribuite all'uso eccessivo di steroidi, impiegati dai medici per curare i milioni di pazienti colpiti dal coronavirus.

Per ora sono almeno 5'500 le persone in India affette da micormicosi - questo il nome scientifico della malattia - e 126 i morti per questa infezione fungina. Diffusa pochissimo prima del Covid-19 - in India normalmente si registrano meno di 20 casi di fungo nero all'anno - la malattia è molto aggressiva e i chirurghi a volte sono costretti a interventi estremamente invasivi per impedire che le spore raggiungano il cervello dei pazienti, rimuovendo in alcuni casi gli occhi, il naso, la mascella.

Prima della pandemia di coronavirus, erano a rischio solo le persone con il sistema immunitario gravemente compromesso, come quelli affetti da Aids o i trapiantati. L'attuale rapido aumento di casi è in gran parte attribuito all'uso incontrollato di steroidi, che hanno come effetto collaterale proprio l'indebolimento del sistema immunitario, già alterato dalla presenza del virus. L'acqua contaminata nelle bombole di ossigeno o negli umidificatori d'aria degli ospedali fa il resto, offrendo al fungo l'opportunità di diffondersi rapidamente.

La situazione preoccupa il governo centrale che ha definito la situazione un'«epidemia», imponendo agli Stati di segnalare i casi confermati e sospetti. Intanto, come avvenuto a marzo e aprile quando i social media furono inondati di richieste disperate di ossigeno, letti d'ospedale e farmaci anti-Covid, ora gli indiani si rivolgono di nuovo ai social media alla ricerca di medicine per curare il fungo nero.

Nel frattempo la variante del coronavirus originata in India continua a preoccupare anche il Vecchio Continente. A causa della diffusione di questo ceppo sul territorio britannico, la Germania ha deciso d'imporre una quarantena di due settimane ai viaggiatori in arrivo dalla Gran Bretagna, obbligatoria anche in caso di tampone negativo.

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