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ITALIAIn panchina per il vaccino: dalle liste al "caso" Scanzi

26.03.21 - 06:00
I riservisti della vaccinazione in Italia: come funziona la procedura e chi ne ha diritto
Keystone
In panchina per il vaccino: dalle liste al "caso" Scanzi
I riservisti della vaccinazione in Italia: come funziona la procedura e chi ne ha diritto
Il caso della Asl Toscana, travolta dalla bufera per aver ammesso il giornalista Andrea Scanzi alla vaccinazione: «Trattato come un serial killer. Ma è tutto regolare».

ROMA - Con l’ordinanza n 2/2021 firmata dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid in Italia, il generale Francesco Paolo Figliuolo, sono state attivate delle liste di riserva per i vaccini anti Covid per evitare che le dosi destinate a persone che non si presentano all’appuntamento fissato loro per il vaccino vadano perse.

Come confermato dal Ministro della Salute Roberto Speranza, ogni Regione avrà quindi la possibilità di formare delle liste di riserva dalle quali sarà possibile attingere qualora, a fine giornata, negli hub dove si effettuano le vaccinazioni dovessero avanzare delle dosi di vaccino. Con una campagna vaccinale in estremo ritardo, è stato ritenuto di fondamentale importanza che le dosi disponibili non vadano sprecate: nel caso in cui qualcuno non si presenti all’appuntamento per la vaccinazione, la dose di vaccino, per il metodo di conservazione richiesto, andrebbe perduta. Chi decide di non presentarsi all’appuntamento o rifiuta la propria dose, vedrà il proprio vaccino destinato a qualcuno il cui nominativo si trova nella lista di riserva.

La novità, annunciata dal generale Figliuolo nel corso della trasmissione "Che tempo che fa" ha creato notevole agitazione tra la popolazione ed in tanti, dal giorno dopo la comunicazione, si sono presentati spontaneamente nei centri di vaccinazione chiedendo di poter ricevere la propria dose di vaccino qualora a fine giornata fossero avanzate delle dosi.

Ma come vengono stabilite le priorità?
Le formazioni delle liste, come chiarito successivamente, non avviene però in maniera arbitraria ma seguendo dei precisi criteri: in primo luogo non si possono ammettere autocandidature e, in secondo luogo, le persone inserite in esse dovranno sempre far parte delle categorie che al momento della chiamata rientrano tra quelle a cui è stata riconosciuta la priorità sulla base del maggior pericolo a essere esposti al contagio. Alcune Regioni si sono portate aventi creando già le proprie liste di riserva. In Lombardia, per esempio, tutti i centri vaccinali si sono dotati di liste di riserva omogenee: «Non sono previste né ammesse autocandidature» viene spiegato in una nota della Regione, e non sono altresì ammesse file fuori dagli hub.

keystone-sda.ch (DANIEL DAL ZENNARO)

Le liste verranno formate facendo passare avanti i soggetti comunque appartenenti alle categorie che, al momento, hanno la priorità. Le persone inserite nelle liste sono quelle che hanno appuntamento nelle 24-48 ore successive con la stessa priorità e tra le persone già in lista d’attesa per ricevere il vaccino. La Regione Toscana ha creato una apposita sezione nel portale dedicato alla campagna vaccinale dove è possibile iscriversi alle liste di riserva.

Distanza massima: 20 minuti
Viene comunque richiesto il requisito di far parte delle categorie che hanno la priorità di accesso al vaccino anti Covid. Per maggiore chiarezza, l’Asl Toscana mette a disposizione un modulo attraverso cui si può segnalare la propria disponibilità a vaccinarsi nel caso in cui ci siano dosi avanzate di vaccino, se si appartenga alle categorie attualmente chiamate a vaccinarsi. Nel caso in cui ci si candidi si deve garantire la possibilità di potersi recare presso il centro vaccinale entro 20 minuti.

Anche l’Emilia Romagna sta stilando le proprie liste di riserva seguendo gli stessi criteri della Lombardia e sottolineando che, a differenza di quanto accaduto i primi giorni successivi all’emanazione dell’ordinanza, non verranno accettate le autocandidature di chi si presenta fuori dagli hub. A Roma e nel Lazio non è possibile prenotarsi per entrare nelle liste di riserva del vaccino perché le Asl inseriscono quotidianamente più persone, con un metodo overbooking, per evitare il fatto che le dosi di chi non si presenta vadano poi sprecate.

La gestione nelle mani delle Asl
Sono quindi le Asl a individuare i sostituti: chi ha l’appuntamento in una certa data potrebbe infatti ricevere su Whatsapp un messaggio con cui viene avvisato che ha una dose di vaccino disponibile in giornata. Le persone interessate sono quindi gli over 80, i docenti e il personale scolastico, gli appartenenti alle forze dell’ordine, i soggetti cosiddetti ‘fragili’ e le persone di età compresa tra i 70 e gli 80 anni.

keystone-sda.ch (ANDREA FASANI)

Le liste di riserva per le dosi residue di vaccino sono state attivate presso la Asl Napoli 1 Centro: le vaccinazioni ai riservisti vengono effettuate su chiamata diretta ai soggetti già presenti sulla piattaforma di prenotazione, rispettando le categorie e la cronologia di adesione.

Il "caso" Scanzi
Nei giorni scorsi la Asl Toscana è stata sommersa da una bufera mediatica: il giornalista Andrea Scanzi ha ricevuto una dose di vaccino che, per i più non era dovuto, mentre il giornalista si difende sostenendo di essersi iscritto legittimamente alle liste di riserva. Nel pomeriggio di venerdì 19 marzo, il giornalista ha ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca quale, secondo la sua versione, caregiver, ossia accompagnatore dei genitori appartenenti alle categorie ‘fragili’. L’accusa mossa a Scanzi è che abbia sfruttato la propria immagine pubblica per anticipare i tempi di vaccinazione.

«Tutto regolare - spiega il giornalista - e il mio gesto ha anche dato un esempio a tanti altri» denunciando di essere stato trattato «come un serial killer». Nel corso della trasmissione "Carta Bianca", Andrea Scanzi ha spiegato la sua versione dei fatti, dicendo di aver contattato il proprio medico di famiglia, intorno al 26 febbraio, mettendosi a disposizione nel caso fossero avanzate delle dosi di vaccino. Il medico lo avrebbe richiamato il 3 marzo comunicandogli che la Asl sud est Toscana aveva deciso di istituire la lista di riserva per evitare di sprecare dosi.

«Gli ho detto - afferma Scanzi - se è tutto lecito facciamolo. Il 15 marzo ho confermato la mia disponibilità al medico e alla Asl di Arezzo che mi ha scritto venerdì 19 marzo dicendomi che le dosi c’erano e di tenermi pronto». Scanzi sostiene di aver ricevuto conferma dalla stessa Asl di Arezzo di essere stato iscritto alla lista dei riservisti come figlio unico di genitori estremamente vulnerabili. Tale giustificazione ha scatenato ulteriori polemiche e sui social sono comparse le foto del giornalista in moto con il padre anche se, come sostenuto dal giornalista, «la cartella clinica dei miei genitori è triste: mio padre è cardiopatico e diabetico mentre mia madre è malata oncologica».

Scatta l'inchiesta della Procura
La Procura di Arezzo ha aperto un fascicolo e il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha annunciato l’avvio di una istruttoria. Incalzato dallo scandalo, il direttore sanitario del distretto di Arezzo, Evaristo Giglio, sottolinea la liceità della procedura mentre Massimo Giletti, conduttore e giornalista, durante la messa in onda del proprio programma televisivo "Non è l’Arena" gli faceva notare come la lista di riserva non era online e quindi non pubblicizzata. Ci si chiede, quindi, come fosse possibile che Scanzi la conoscesse e altre persone no.

keystone-sda.ch (Alessandro Di Marco)

Secondo la versione fornita da Giglio «prima di organizzare una lista online ne abbiamo fatta una cartacea di persone che o erano state chiamate e poi non erano state vaccinate per qualche motivo oppure persone disabili che erano state segnalate da direttori sanitari. Così come insegnanti o Forze dell’Ordine». Scanzi, sarebbe stato segnalato come caregiver di genitori vulnerabili in lista d’attesa per la dose del vaccino Moderna. La regolarità della procedura, sempre secondo Evaristo Giglio, sarebbe stata garantita dal fatto che tra la data della messa a disposizione e quella della vaccinazione, sarebbero passati avanti al giornalista «tante altre persone che ne avevano più diritto».

La polemica, su come il quarantaseienne Scanzi abbia ottenuto la dose di vaccino AstraZeneca nonostante le rassicurazioni date, sembra non spegnersi e le accuse degli haters aumentano di ora in ora spingendo il giornalista a scrivere lunghi post sui social a sua discolpa. «Questa polemica è ridicola e vomitevole. La mia vaccinazione era lecita, autorizzata e legale. La rifarei» afferma Scanzi, aggiungendo che «gli italiani dovrebbero ringraziarmi perché l’ho fatto in un momento in cui nessuno o quasi si sarebbe voluto sottoporre al vaccino AstraZeneca. Io mi fido della scienza».

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