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REGNO UNITOI malati cronici «potrebbero non essere protetti in modo completo dai vaccini»

04.03.21 - 06:00
Uno studio lanciato nel Regno Unito vuole fare chiarezza sull'efficacia dei preparati nei sistemi immunitari indeboliti
Depositphotos (foto d'archivio)
I malati cronici «potrebbero non essere protetti in modo completo dai vaccini»
Uno studio lanciato nel Regno Unito vuole fare chiarezza sull'efficacia dei preparati nei sistemi immunitari indeboliti
La professoressa Pam Kearns, responsabile del progetto: «È prioritario capire quale sia il miglior utilizzo dei vaccini anti-Covid per proteggere i pazienti più vulnerabili».

BIRMINGHAM - Proteggere le categorie a rischio. È stato questo, fin dagli inizi della pandemia di Covid-19, il grande "mantra" che ha guidato l'azione della netta maggioranza dei governi a livello globale. Ci sono gli anziani e tutte quelle persone con condizioni di salute precarie a causa di altre patologie. E sono queste ultime sotto la lente in uno studio lanciato nel Regno Unito, con l'obiettivo di comprendere nel modo più completo quali siano su di esse l'efficacia e gli effetti dei vaccini anti-Covid.

Pazienti in cura per un cancro, persone affette da malattie croniche al fegato o ai reni o che hanno subito un trapianto di cellule staminali. Sono tutte a rischio di complicazioni qualora dovessero essere colpite dal nuovo coronavirus. E se da un lato i vaccini sono la principale chiave per metterle in sicurezza, dall'altro vi è una chiara necessità di capire fino in fondo come questi possano comportarsi in un sistema immunitario già indebolito a causa di altri trattamenti.

«Queste persone potrebbero non essere protette in modo ottimale»
Allo stato attuale, ha spiegato la professoressa Pam Kearns - direttrice dell'unità di ricerca clinica sul cancro dell'Università di Birmingham e responsabile del progetto di ricerca -, «alcune prove indicano che persone affette da queste patologie potrebbero non ottenere una protezione ottimale dai vaccini attuali».

Non a caso, i pazienti con gravi patologie pregresse «sono stati perlopiù esclusi dai trial clinici dei vaccini contro il Covid», ha ricordato Kearns. Una "lacuna" a cui lo studio OCTAVE - che sarà coordinato a livello britannico con gli atenei di Oxford, Glasgow e Liverpool, con l'Imperial College di Londra e il Leeds Teaching Hospitals NHS Trust - vuole rimediare. In questo modo si potrà fare chiarezza sul «miglior utilizzo dei vaccini anti-Covid per proteggere i pazienti più vulnerabili».

Come si svolgerà lo studio?
Per il progetto saranno reclutati fino a 5'000 pazienti affetti da gravi patologie pregresse, la cui "linea di difesa" nel sangue sarà analizzata prima e dopo aver ricevuto il preparato. L'effettiva durata della protezione conferita dai vaccini non è ancora del tutto chiara. E, considerando che per alcuni anni sarà probabilmente necessario continuare a vaccinarsi contro il Covid, è prioritario «capire come farlo al meglio per i pazienti che soffrono di condizioni di salute croniche».

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