Cerca e trova immobili

SPAGNA / GRECIAAnche i nostri antenati potevano andare in letargo

21.12.20 - 20:00
«Le ibernazioni», però, «non erano sempre salutari per gli uomini primitivi» spiegano i ricercatori
Keystone
Uno dei numerosi reperti trovati ad Atapuerca, in Spagna, con una possibile ricostruzione del volto.
Uno dei numerosi reperti trovati ad Atapuerca, in Spagna, con una possibile ricostruzione del volto.
Fonte ats ans
Anche i nostri antenati potevano andare in letargo
«Le ibernazioni», però, «non erano sempre salutari per gli uomini primitivi» spiegano i ricercatori

MADRID - Anche gli antenati dell'uomo potevano andare in letargo, come molti altri mammiferi: per sopravvivere all'inverno, entravano in una sorta di ibernazione. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista L'Anthropologie dai paleoantropologi Juan-Luis Arsuaga, dell'Universidad Complutense de Madrid, e Antonis Bartsiokas, dell'Università greca Democrito di Tracia.

I ricercatori hanno trovato alcune spie di questa primitiva capacità d'ibernazione, ad esempio, nella carenza di vitamina D, legata alla mancanza di esposizione alla luce solare.

Le analisi sono state compiute sui resti di uno dei più grandi depositi di fossili umani, la Sima de los Huesos, un anfratto nella Sierra de Atapuerca, in Spagna, ricco di reperti risalenti a circa 430.000 anni fa, molti dei quali appartenenti al cosiddetto Homo Heidelbergensis, possibile antenato comune di Sapiens e Neanderthal.

Gli studi indicano che i nostri antenati non erano, però, così bravi come ad esempio gli orsi moderni. «Le ibernazioni non erano sempre salutari per gli uomini primitivi», spiegano gli autori della ricerca. Soprattutto quando, prima di andare in letargo, non avevano accumulato abbastanza riserve di cibo per l'inverno. «Potevano, ad esempio, soffrire - concludono gli esperti - di rachitismo, iperparatiroidismo e problemi ai reni, se non riuscivano ad accumulare riserve di grasso sufficienti».

Per gli autori, però, si tratta ancora di primi indizi, che richiederanno ulteriori approfondimenti.
 
 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE