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STATI UNITIDall'Oms al clima: il ritorno degli Stati Uniti nel mondo

07.11.20 - 20:32
Dopo l'isolamento imposto da Trump si prospetta una netta inversione di tendenza in vari ambiti.
Keystone
Fonte ats ans
Dall'Oms al clima: il ritorno degli Stati Uniti nel mondo
Dopo l'isolamento imposto da Trump si prospetta una netta inversione di tendenza in vari ambiti.
Dai rapporti con Cina ed Europa, al rilancio del multilateralismo, passando dalla fine delle guerre commerciali e al rispetto dei diritti umani.

WASHINGTON - L'arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca è destinato a cambiare la postura degli Usa nel mondo, rilanciando il multilateralismo (dal Wto all'Onu), ricucendo i rapporti transatlantici, mettendo fine alle guerre commerciali e tenendo alta la bandiera dei diritti umani senza più flirtare con dittatori e autocrati. Soft power, insomma, con un'inversione di rotta rispetto all'amministrazione Trump, ma non proprio su tutto, secondo media e analisti.

La Cina è destinata a restare il principale avversario strategico, anche se Biden cercherà di usare i negoziati al posto della clava dei dazi, cercando un fronte comune con gli alleati, in particolare europei. Nessuna inversione di rotta invece nel disimpegno militare in Afghanistan e in Medio Oriente, dove dovrebbe essere confermata l'ambasciata Usa a Gerusalemme e la politica degli 'accordi di Abramo'.

Ma salvaguardando il principio dei due Stati per risolvere il conflitto con i palestinesi. Il rebus principale potrebbe essere invece la Russia. E il cambio di rotta è atteso anche nella lotta alla pandemia: nell'agenda del neo presidente c'è il ritorno immediato dell'America nell'Oms che Trump aveva deciso di lasciare, accusandola di essere troppo filo-cinese nella gestione dell'emergenza Covid.

Ecco in sintesi le novità attese dal nuovo corso alla Casa Bianca:

EUROPA: è quella che ci guadagnerebbe di più. Lo stesso Biden ha promesso che le prime telefonate da presidente le farà ai leader europei e dei Paesi Nato. E che il suo primo atto sarà il rientro nell'accordo di Parigi sul clima, preludio di una possibile collaborazione anche nella Green economy. Cadrebbe lo spettro dei dazi e aumenterebbe la collaborazione sul fronte della sicurezza, a partire dall'Alleanza Atlantica, con l'allentamento delle tensioni sull'aumento della spesa militare. Piena sintonia inoltre sull'Iran, con il ritorno all'accordo sul nucleare. L'Italia potrebbe riacquistare il suo ruolo di ponte verso Mosca.

CINA: nessuno prevede, almeno a breve termine, un cambio di atteggiamento verso Pechino, individuata ormai in modo bipartisan anche dal Congresso come la superpotenza che minaccia il predominio Usa nel pianeta. Ma cambieranno toni e approccio, disinnescando la guerra dei dazi e tentando di responsabilizzare Pechino non solo su commercio e tecnologia ma anche sul controllo delle armi nucleari e del disarmo della vicina Corea del Nord. Nessun compromesso invece sui diritti umani, questione che potrebbe rappresentare un ostacolo al dialogo.

MEDIO ORIENTE: Biden ha già promesso in campagna elettorale che manterrà l'ambasciata Usa a Gerusalemme ma intende riaprire un consolato a Gerusalemme Est per coinvolgere nuovamente i palestinesi in un processo di pace che sia multilaterale e porti a una soluzione a due Stati. Cercherà inoltre di ampliare gli accordi di Abramo per normalizzare i rapporti tra Israele e altri Paesi arabi, ma sarà meno indulgente con leader controversi come il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Meno flessibilità anche con Recep Tayyip Erdogan, leader sempre più destabilizzante di un Paese Nato. Resta l'obiettivo di ridurre la presenza militare in tutta la regione (fino al lontano Afghanistan) e il disgelo con Teheran, tornando all'accordo sul nucleare.

RUSSIA: Biden e Putin non si amano. Joe' considera il leader del Cremlino un "tiranno" e Trump il suo "cagnolino". La Russia, anche a causa delle sue interferenze, è "la principale minaccia alla sicurezza nazionale americana". Gelo sulla repressione dell'opposizione e il recente avvelenamento del suo leader Alexiei Navalny. Ma Biden è un pragmatico e, senza cedere sui diritti umani, punterà a un dialogo almeno sul disarmo nucleare. Putin, deluso dalle promesse non mantenute dell'imprevedibile Trump, potrebbe vedere dei vantaggi in una politica più multilaterale e nella cancellazione delle sanzioni Usa contro il gasdotto russo-tedesco North Stream.

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